Disabili in vetta per il concerto 

Bella iniziativa sulle Dolomiti di Brenta: i ragazzi sono saliti assieme ai musicisti e alle guide alpine



VAL RENDENA. «Un’emozione unica, un evento mai visto». Lorella, ieri, al rifugio Alimonta ci è arrivata per caso. E dunque è per caso che si è trovata spettatrice del concerto organizzato dall’Associazione Dolomiti Open, una proposta davvero speciale. Sono le 12, e Marcello Palmieri, responsabile comunicazione dell’associazione e ideatore dell’iniziativa musicale, annuncia cosa sarebbe andato in scena di lì a qualche minuto. «Un concerto per sax soprano, tromba e trombone», rispettivamente ubicati su “Torre Prati, il Gemello Inferiore e la Vedretta degli Sfulmini”. Sì, itinerari alpinistici i primi due. Vie d’arrampicata della difficoltà di quinto grado. Calcate, evidentemente, da due musicisti professionisti. Ma attenzione: se già questo sarebbe stato sufficiente per rendere l’evento una prima assoluta, è stato un altro “dettaglio”, se così si può definire, a svelare il senso più profondo dell’iniziativa. Accanto ai tre musicisti, e alle guide alpine che li accompagnavano, c’erano alcuni ragazzi disabili.

Su Torre Prati Gianluigi Rosa, atleta paralimpico di Hockey su slittino, che l’anno scorso - sempre grazie a Dolomiti Open - con una protesi alla gamba era riuscito a conquistare la vetta del Campanil Basso di Brenta. Sul Gemello inferiore, invece, il bresciano Kevin Ferrari: anche lui, come Rosa, obbligato a convivere con una protesi alla gamba da 8 anni, da quell’incidente in moto che ha cambiato la sua vita. Eppure anche questo esuberante gardesano di Puegnago ha saputo vincere sé stesso, diventando un grande alpinista e giungendo così addirittura ad aprire nuove vie in Perù. C’erano poi 4 ragazzini portatori di disabilità psichica sulla Vedretta degli Sfulmini, alle prese per la prima volta con un ambiente di ghiaia friosa e ghiaccio. Accanto a loro il trombone di Fabrizio Biordi, in eco con la tromba di Michele Pavesi sui Gemelli e il sax soprano di Michele Selva su Torre Prati. «Non importa dove ognuno arriva - ha scandito Palmieri annunciando di volta in volta i vari brani - quel che conta è superare ogni giorno, con l’impegno, il proprio limite». E questo ha voluto simboleggiare il concerto: «Un unico grande abbraccio, la cui musica è fluita da ognuno dei tre punti, raggiungibili con diverse difficoltà, conquistati dai disabili». Dopo l’Inno alla gioia, che ha aperto e concluso l’evento, molto emozionante è stata l’esecuzione - in eco da Torre Prati e dal Gemello - dell’Aria sulla Quarta Corda e del Corale della Cantata 147, entrambi capolavori di Bach. E’ stata poi la volta di un assolo dalle due vette, prima della conclusione con un nuovo “Inno alla Gioia” che ha visto di nuovo protagonista anche la Bocca d’Armi.

Profondamente soddisfatto Simone Elmi, presidente di Dolomiti Open, guida alpina specializzata nell’accompagnamento di disabili, e anima dell’iniziativa: «Siamo un gruppo molto affiatato che lavora per la stragrande maggioranza a titolo completamente volontario. E dal 2015, da quando abbiamo portato in Brenta i primi disabili, l’iniziativa è sempre cresciuta». Cosa riserverà Dolomiti Open per il 2019? «E’ presto per dirlo - risponde Elmi - sicuramente qualcosa che supererà anche l’evento di quest’anno». D’altronde, l’associazione nasce per superare i limiti. Per i disabili. Ma non solo, a quanto pare.













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