Diamanti e Stella: "Troppa criminalitài media non raccontano il mondo reale"

Il politologo e il giornalista, introdotti dal condirettore del Trentino Alberto Faustini, si sono confrontati sui dati dell'Osservatorio Europeo sulla sicurezza: c'è un'attenzione ai fatti criminali che non esiste altrove, a scapito di altre notizie, in primis quelle economiche: "La presenza delle informazioni legate alla criminalità sui nostri telegiornali è aumentata tantissimo in coincidenza con le elezioni"



TRENTO. Nelle strade delle nostre città la criminalità è aumentata. Le nostre abitazioni sono sempre meno sicure e nelle ore che precedono l’alba è meglio non addentrasi da soli nei vicoli bui. Questo ciò che emerge dalle costanti relazioni dei mass media, ma è davvero questa la realtà dei fatti? È vero che le città italiane si sono trasformate in nidi di violenza? E infine sono proprio queste le paure sentite dagli italiani?

“Abbiamo una tv che spesso non racconta ciò che realmente accade nelle nostre città” ha commentato Alberto Faustini, condirettore del “Trentino” durante l’incontro Criminalità e sicurezza nell’informazione del Festival dell’Economia di Trento. Sul palco della Sala Filarmonica di Trento Ilvo Diamanti - docente di Scienza politica all’Università Carlo Bo di Urbino, Direttore del laboratorio di Studi Politici e Sociali (LaPolis) e Presidente responsabile dell’Istituto Demos & Pi – si è confrontato con Gian Antonio Stella - giornalista, scrittore, editorialista e inviato per il “Corriere della Sera” – sugli ultimi dati raccolti e analizzati dall’Osservatorio Europeo sulla sicurezza nato dalla collaborazione tra Demos, Osservatorio di Pavia e Fondazione Unipolis.

“I media – ha proseguito il professor Ilvo Diamanti - hanno una lettura dissociata dei fenomeni legati alla criminalità e all’incolumità personale per questo il rapporto tra percezione e realtà non è mai scontato”. Solo nel 2007 le maggiori paure sentite dagli italiani si riferivano all’immigrazione e alla criminalità comune, per esempio alla paura di subire dei furti in casa. Nel primo semestre del 2010 invece l’immigrazione come paura è sprofondata tra le ultime provate dagli italiani, mentre la disoccupazione e la crisi economica sono diventate le paure più sentite dalla popolazione. Sconvolgente a questo punto notare come i media parlino sempre di criminalità, di omicidi seriali, di stupri, ecc..

“La massima punta dei reati – ha spiegato Diamanti - c’è sempre stata nell’Europa del centro nord, ma la presenza delle informazioni legate alla criminalità sui nostri telegiornali è aumentata tantissimo nel secondo semestre del 2007 e nel primo semestre del 2008. Vale a dire durante il periodo delle elezioni nazionali”. L’analisi dell’Osservatorio Europeo sulla sicurezza ha messo in evidenza come TG1 e Canale 5 raggiungano dei picchi altissimi di comunicazione legata alla criminalità.

“C’è un’attenzione ai singoli reati locali che non c’è altrove” ha proseguito il professor Diamanti dimostrando come negli altri telegiornali europei, per esempio France 2 o BBC non si fa un caso per ogni atto di violenza. Per quanto riguarda invece le notizie legate alla crisi economica si nota come i telegiornali italiani abbiamo iniziato a parlarne sempre di meno proseguendo nella convinzione che in fin dei conti la crisi non esiste.

“La criminalità – ha sottolineato Diamanti - ha i suoi spazi costanti e continui sui nostri telegiornali, mentre è irrilevante, rispetto alla percezione dei cittadini, il peso dato alle notizie legate al lavoro, alla crisi economica e alla disoccupazione”.

Si è aperto così il dibattito con Gian Antonio Stella che, in accordo con i dati illustrati da Diamanti, ha affermato: “è facile comunicare delle informazioni di cronaca, mentre approfondire dei temi necessita fatica e significa andare a smontare una realtà che invece viene presentata da altri. Per esempio ricordo che nel 2008 il ministro Brunetta affermava che non c’era crisi economica, e sappiamo che questi sono gli anni in cui si fa sentire pesantemente la crisi. Così è facile capire perché i giornalisti non approfondiscono i temi economici”.

I mass media raccontano un’Italia non reale, come ha affermato Stella: “ci sono due Italie diverse, in cui quella reale il più delle volte si allontana da quella raccontata”. Per questo appare logico concordare con il pensiero del prof. Diamanti: “ chi rimane più di quattro ore di fronte alla televisione prova più paura degli altri. I telespettatori si nutrono dell’informazione/spazzatura che i media forniscono”.













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