De Laurentis si prepara a scendere in campo

Provinciali 2013, il presidente dell’Assoartigiani lavora a un suo progetto «Una squadra di persone competenti, fuori dagli schieramenti»


di Chiara Bert


TRENTO. Una “squadra” di persone competenti, di diversa provenienza, fuori dalla logica degli attuali schieramenti. Roberto De Laurentis, presidente dell'Associazione artigiani, prepara la sua discesa in campo alle provinciali del 2013. Da tempo si parla di una possibile candidatura con il Pdl, ma è un'opzione che il diretto interessato giudica superata. Mentre la fiducia nei partiti raggiunge il minimo storico, meglio metterci la faccia, magari con una propria lista. «L'ho detto un anno fa, in abbondante anticipo. I partiti, ingessati come sono, non hanno più molto da dire. Il colpo finale gliel'hanno dato le liste bloccate, abbiamo eletto degli emeriti nessuno in posti dove non c'entrano nulla. Da cittadino, se potessi impegnarmi lo farei guardando non alle appartenenze, ma alla capacità delle persone. Negli ultimi anni in politica non sono arrivati i migliori».

Dunque è pronto a scendere in campo, presidente?

Non nego che ci sia chi mi chiede di impegnarmi in politica. Quando hai un ruolo e lo svolgi con passione, è chiaro che c'è gente che pensa che tu possa mettere le tue capacità anche in altro ambito.

Si era parlato della possibilità di una sua candidatura con il Pdl.

Una persona scende in campo non solo per soddisfazione personale, ma perché ritiene di avere qualcosa da dare alla propria comunità. Poi ha due strade: o decide di andare verso un traguardo sicuro che gli garantisce un posto, e allora fa una scelta sulla base della convenienza. Per questo basterebbe scegliere un partito di maggioranza. C'è invece chi ritiene di cercare persone con cui c'è un'assonanza, in funzione di un progetto.

Lei ha militato a destra, dove si collocherebbe politicamente questa sua squadra?

Io ho militato in Alleanza Nazionale, ma oggi come fanno a esistere gli schieramenti quando tre schieramenti sostengono un governo dei tecnici? Chi ci dice che, in nome della famosa emergenza, questo non possa succedere anche in Trentino? Io non vedrei male una squadra di persone di diverse provenienze politiche, che hanno intenzione di mettere al servizio della comunità le loro competenze.

Un governo dei professori trentino?

No, per carità. Quelli non hanno mai visto un'impresa, ma solo sorde e grigie aule, direbbe D'Annunzio. E mettono a frutto quello che hanno appreso: tassare. Dove sono oggi le differenze tra le forze politiche? Io non ho mai votato in funzione dell'apparenza, ho sempre scelto la persona.

Pensa a una squadra di persone della società civile?

Non è detto, ci sono ottime persone anche in politica. E io ho affinità con persone che sulla carta sono estremamente lontane da me. Credo che si possa ragionare insieme su cosa fare per il Trentino, per mettere al centro dell'azione le imprese, il tessuto industriale.

È un progetto che punta ad intercettare il voto anti–partiti?

No. Beppe Grillo, come l'Idv, sono fenomeni limitati. Io credo debba esistere la politica, che non deve però essere più fatta di staccionate. Deve andare oltre i singoli orticelli.

Un progetto di questo tipo ha bisogno di un certo respiro temporale. Come si concilierà con il suo ruolo di presidente degli artigiani?

Io ho il mio ruolo fino a fine anno, e mi soddisfa a pieno. Ma dall'altra sono preoccupato per le nostre imprese e non posso non pensare a una politica che le rimetta al centro. Il progetto più che da me, mi creda, parte da tanti cittadini. Tanti miei artigiani me lo chiedono.

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