Dao “si mangia” le famiglie cooperative 

Presentato il bilancio 2017, crescono fatturato ed acquisizioni. Il presidente Odorizzi: «Sono loro che cercano noi»


di Fabio Peterlongo


TRENTO. Nel 2017 sono cresciuti del 7% i fatturati del gruppo “Dao”, che controlla in Trentino-Alto Adige le insegne “Conad” e tra i fondatori di “Eurospin”. Presentato il bilancio 2017, il gruppo si concentra sul risanamento delle “famiglie cooperative” acquisite, per cui Sait lo ha accusato di fare «campagna acquisti». Il presidente Odorizzi ha commentato: «Non le cerchiamo noi, sono soprattutto un costo. Marina Mattarei presidente della Cooperazione trentina? L’abbiamo votata, speriamo di entrare nel Consorzio Consumo, se c’è Sait perché noi no?».

I numeri. Il valore della produzione di Dao è cresciuto del 6,86%, passando dai 217 milioni di euro del 2016 a 232 milioni del 2017. È stato redistribuito ai soci un premio di 15,6 milioni di euro. I dipendenti del gruppo sono 406, a cui va aggiunta una trentina di lavoratori interinali. Il 35% del fatturato arriva dalla vendita di prodotti acquistati da aziende del territorio. I primi mesi del 2018 vedono un incremento delle vendite del 4% nonostante il mercato nazionale mostri un segno negativo. “Eurospin” controlla il 33% del mercato italiano dei discount, con 1100 punti vendita, 50 aperture l’anno, 15mila dipendenti, 1000 posti di lavoro creati nel 2017. Il numero dei soci Dao è stabile a quota 130: il problema è sostituire chi va in pensione. Odorizzi ha spiegato: «I giovani non vogliono rilevare l’attività del padre, perché hanno studiato e hanno altri obiettivi».

Le Famiglie Cooperative. Dao ha acquisito nel corso degli ultimi anni un numero significativo di “famiglie cooperative”: Fiavè, Spiazzo, Cavedine, Giudicarie, Carisolo, Pelugo e sono in corso trattative per l’acquisizione di Vanoi. Al Sait che ha accusato Dao di fare “campagna acquisti” nella rete delle cooperative, Odorizzi ha risposto: «Non abbiamo mai cercato nessuno, sono stati loro a cercare noi. Spesso rappresentano più un costo che un guadagno: nelle “famiglie cooperative” manca la mentalità imprenditoriale». Alessandro Penasa, direttore amministrazione Dao, ha precisato: «Le “famiglie cooperative” hanno rifiutato i tagli al personale necessari a risanare i conti, per questo serviranno dai 3 ai 5 anni per ripianare la situazione». Sulle possibili aperture su Trento, Odorizzi ha dichiarato: «Trento è satura. Inoltre quando individuiamo uno spazio interessante per aprire un punto vendita, passano mesi o anni prima di avere i permessi; nel frattempo, quella posizione potrebbe non essere più interessante perché è cambiata la mobilità».

I consumatori trentini. Odorizzi riflette sui cambiamenti dei consumi tra i trentini: «Se un tempo si sprecava tantissimo, oggi si acquista solo ciò che si consuma. C’è un picco nel ricorso alle offerte promozionali: sono aumentate dal 10% di pochi anni fa all’attuale 32% del totale degli acquisti». Penasa indica anche un’impennata negli acquisti “di qualità”: «I prodotti biologici vanno fortissimo, ma anche il vegan, acquistato anche da clienti non vegan, e i prodotti senza glutine o lattosio, che vengono acquistati da tutti, non solo da chi è affetto da patologie o intolleranze».

Mattarei presidente della Cooperazione. Odorizzi ha commentato favorevolmente l’elezione: «Un’ottima scelta, noi l’abbiamo votata. Speriamo di essere finalmente inseriti nel Consorzio delle Cooperative di Consumo. Se c’è Sait, non capiamo perché non dobbiamo esserci anche noi, che facciamo lo stesso mestiere».













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