Danni su 1.200 chilometri di strade forestali trentine 

La tempesta Vaia. Ecco la mappa degli schianti provocati dal vento, le aree più colpite nel Trentino orientale Tra le preoccupazioni maggiori ci sono quelle per frane e valanghe: il 25% degli alberi abbattuti erano in aree a rischio


andrea selva


Trento. La mappa parla chiaro: la tempesta Vaia del 29 ottobre scorso ha devastato il Trentino orientale in misura molto maggiore rispetto al resto della Provincia. L’area più colpita è quella del distretto forestale di Cavalese, che comprende le valli di Fiemme e Fassa e che da solo ha subito più di un terzo di tutti gli schianti avvenuti in Trentino. Quindi seguono i distretti di Borgo, Pergine (in particolare nella zona dell’altopiano di Piné) e Primiero. Ma la concentrazione nella mappa che pubblichiamo qui accanto - realizzata dalla Provincia autonoma di Trento - indica chiaramente che i danni peggiori sono avvenuti nei boschi a cavallo tra Fiemme e Fassa, in particolare attorno a Predazzo, dove solo i boschi della Magnifica Comunità di Fiemme hanno perso quasi 400 mila metri cubi di legname.

Peggio del previsto.

In un primo momento la Provincia aveva quantificato in 7 mila ettari la superficie di bosco devastata da raffiche di vento che hanno raggiunto i 200 chilometri orari. Ma la stima è cresciuta notevolmente: la superficie di bosco danneggiato sarebbe di 19 mila ettari, di cui circa un quarto in zone dove c’è potenziale rischio di distacco valanghe e il 7 per cento in zona dove c’è pericolo di caduta massi. Gravi danni anche alla rete di strade forestali che in Trentino si estende per oltre 5 mila chilometri: di questi circa 1.200 chilometri (quasi un quarto del totale) sono stati danneggiati. E questa situazione sta creando grandi difficoltà agli operai forestali impegnati nel ripristino del bosco, che non riescono a raggiungere le zone più devastate.

I conti non tornano.

Il legname ha rappresentato finora una risorsa molto importante per i comuni di montagna, proprietari di ampie superfici di foresta. «Ma gli incassi per la vendita del legname, anche se considerassimo i prezzi normali di mercato (e purtroppo non sarà così) non compenseranno sicuramente i costi elevatissimi per il ripristino della foreste: siamo in una situazione di profondo rosso» ha detto il dirigente del servizio foreste della Provincia, Maurizio Zanin, intervenuto a Belluno in occasione di un convegno sulla devastazione delle foreste.

I piazzali.

Il paesaggio è cambiato profondamente, ma alle foreste schiantate si aggiungono i piazzali che per mesi ospiteranno gli alberi portati a valle, dove i tronchi saranno costantemente bagnati in attesa di essere trasportati nelle segherie. Per questo servirà una superficie di circa 39 ettari, pari ad altrettanti campi da calcio, di cui 17 solo nelle valli di Fiemme e Fassa.

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