Da Viarago a Monaco con un «sasso» da 280 chili

Tre perginesi avevano trovato un geode di cristalli di fluorite sulle Alpi Orobiche Lo conservano nel garage di casa ed ora lo esporranno a una mostra in Baviera


di Roberto Gerola


PERGINE. Ce l’hanno in garage e pesa circa 280 chilogrammi. Misura circa un metro per 80 centimetri ed è meravigliosa. Rappresenta uno dei ritrovamenti eccezionali, se non l’unico. Si tratta di una grande geode ricca di campioni e cristalli di fluorite, di un magnifico color viola. Autori del ritrovamento, avvenuto nel maggio dell’anno scorso sono tre collezionisti di Viarago: Ugo Zampedri, Federico Morelli e Sandro Zampedri di Viarago. Occorre specificare che a Viarago, così come in altri centri della Valle dei Fersina (come Sant’Orsola e Palù), il settore minerario è di casa da secoli ed è nel Dna di moltissime famiglie. Gli stessi tre collezionisti hanno avuto il papà o i nonno, o gli zii minatori. Lo stesso paese di Viarago aveva numerose miniere.

Con questo bagaglio sulle spalle, i tre amici hanno girato per le miniere e per le aree mineralogiche delle Alpi, conoscono centinaia di siti, e non parliamo dei molti siti minerari appunto in valle. Nelle rispettive abitazioni, le collezioni sono esposte in vetrina, catalogate, illustrate nei dettagli. Da tempo, si attende, per esempio, che l’ex caseificio di Viarago venga trasformato i museo di minerali, per “dar voce” a questa tradizione plurisecolare di Viarago, ma non solo (si pensi a Vignola).

Il geode (insieme ad altre di più ridotte dimensioni, ma sempre da 30 a 60 chili l’una) sarà caricata col muletto su un camion ed esposta alla Fiera di Monaco su espressa richiesta degli organizzatori tedeschi che sono venuti a conoscenza del “pezzo”. “The Munich Show” è denominato l’evento a fine mese, o “Mineralientage Muenchen”. Sandro Zampedri, Ugo Zampedri e Federico Morelli hanno “annusato” il geode. Hanno intuito la sua presenza dando un’occhiata alla parete della miniera di Camissinone (in Val Brembana) nelle Alpi Orobiche. Un’intuizione determinata appunto dall’esperienza e che non li ha traditi. «Non è stato facile superare le difficoltà - ci hanno raccontato - soprattutto tecniche vista la situazione della miniera. Ma la soddisfazione è stata enorme. Ci hanno aiutato anche i nostri figli». Il lato tecnico del “pezzo”: raggruppamento di cristalli (anche di 10 cm di diametro) di diverso grado di corrosione secondo l’immersione nell’argilla idrotermale; poi, la cristalizzazione della fluorite: campioni di prima generazione, superfici scalettate a rombo a dodici sfaccettature e poi cristalli di seconda generazione (viola più chiaro). Furono esposti prima a Bologna (marzo scorso) e poi a Verona. Ora a Monaco.

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