Da inizio anno abbattuti 70 cinghiali

Valle del Chiese, l’azione comune tra forestali e cacciatori sta dando i primi risultati, ma le devastazioni continuano


di Aldo Pasquazzo


VALLE DEL CHIESE. I cinghiali tornano a colpire in valle del Chiese. Nella notte tra venerdi e sabato scorsi, una fascia di prato in località Bastia, a monte di Darzo, è stata messa a soqquadro. Il podere devastato appartiene ad un artigiano di Lodrone, che dista a circa due chilometri dall’abitato di Darzo. Dalla stazione forestale di Condino, l’ispettore e comandante di stazione Franco Salvaterra fa sapere «che è da escludere che gli animali responsabili non sono da ricondurre ad allevamenti».

«È vero che a Lodrone - precisa Salvaterra - c’è un allevamento di maiali ibridati, perché in passato sono stati fatti accoppiare con cinghiali, allevati con regolare autorizzazione, ma le devastazioni degli ultimi giorni sono da ricondurre senza dubbio ai cinghiali». Salvaterra ammette che la piaga dei cinghiali è costante, soprattutto nella zona di Condino, Darzo, Boniprati. Ma aggiunge anche che il piano predisposto con i cacciatori sta dando i suoi frutti. Ricordiamo che l’accordo tra Forestali e associazione cacciatori del Chiese prevede che si possa cacciare anche di notte, andando in coppia e senza l’agente di controllo. «Dall’inizio del 2013 - afferma Salvaterra - sono stati abbattuti 70 cinghiali, di cui 60 in estate. Il periodo più propizio è quello autunnale, quando i cinghiali non trovando più molto cibo, sono più attratti dalle pasturazioni e più indifesi». Insomma, abbattimenti più elevati di quelli degli anni precedenti, quando i cacciatori erano meno sensibili ai problemi causati da questi animali e cercavano di mantenersi un «parco» cinghiali numeroso. Ora la lotta senza quartiere è stata dichiarata al cinghiale dall’azione comune di guardie forestali e cacciatori.

Sul versante di Prezzo, non a caso, il numero degli animali è calato di molto, grazie a questo controllo incrociato. «Un anno fa – dice con soddisfazione il sindaco Celestino Boldrini – due bestie consistenti (più di 1 quintale e mezzo) sono state abbattute e da allora nelle vicinanze dell’abitato non abbiamo più rilevato danni. Qualche famiglia della specie è rimasta tuttora in quota ma finora, rispetto ad una volta, non si sono avvicinati lungo la parte alta del paese in direzione di Boniprati».

Tornando ai danni verificatisi la settimana scorsa, c’è qualcuno che ipotizza l’azione dei maiali di allevamento.

Risponde ancora il comandante Salvaterra: «Non penso che si possa trattare di quelli ibridati, perché sono animali docili, che i veterinari hanno dichiarato essere maiali a tutti gli effetti. La piaga dei cinghiali veri è un problema, anche perché la loro presenza continua ad allargarsi». Una stima esatta è difficile, ma è ipotizzabile che in zona gli esemplari siano più di 100. E con le nuove cucciolate (in media 6-7 piccoli, e solo 3 mesi di gestazione) l'aumento può arrivare anche al 300%.













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