Cronst, la bottega dove si voleva vendere il futuro

Il negozio fondato da Umberto negli anni Cinquanta portava l’innovazione: ora è una delle «botteghe storiche»


di Daniele Peretti


TRENTO. Era il 1944 quando Umberto Cronst portò a Trento le prime radio, che acquistava a Milano, ampliando così la licenza di riparazione dei primi prodotti audio. La sede era allora in via Suffragio dove Umberto Cronst rimase fino agli anni Cinquanta, quando fu costruito il fabbricato di via Galilei, dove al numero 25, ancor oggi il figlio Claudio porta avanti l'attività paterna. Poco meno di settant' anni di attività, che valgono il riconoscimento di «Bottega Storica Trentina». La targa è stata consegnata ieri mattina dall'assessore comunale Fabio Condini e così Cronst, entra a far parte delle 22 botteghe storiche di Trento. Negli anni cinquanta attività come quelle di Umberto Cronst, vendevano il futuro: dalle radio, ai primi registratori a nastro con microfono esterno, al rivoluzionario televisore in bianco e nero che dava una forma umana a chi era stato solo una voce. «Ieri come oggi, la nostra forza è l'assistenza - sottolinea Claudio - sembrerà impossibile, ma ancor oggi sono tante le persone che non conoscono a fondo il funzionamento del televisore. Allora si va a casa, si fanno le prove e spesso comunque, bisogna rispondere alle domande telefoniche». Anche se era il futuro, negli anni '50 non si poteva vivere solo di radio e registratori ed allora Umberto ebbe un'intuizione. Quelli erano gli anni nei quali si costruivano o si restauravano gli oratori ed allora Cronst cominciò a commercializzare i sistemi di insonorizzazione delle sale cinematografiche e a allestire quelle di proiezione. Ma non solo. Sempre in linea con l'idea di vendere il futuro, Umberto Cronst installava anche le prime campane elettriche, che ben presto avrebbero preso il posto dei campanari, o meglio dei Maestri Campanari, come si chiamavano allora. Umberto morì nel 1996, portato via dalla cometa di Hyakutake e quella notte di marzo, se ne andò anche il suo sogno di vendere il futuro. «In questi ultimi anni il mondo è cambiato totalmente. I nostri stessi prodotti rispondono alle necessità del “pedonaggio”. Non c'è parcheggio ed allora debbono essere leggeri, poco ingombranti e comunque facilmente trasportabili. Continuiamo a vendere gli elettrodomestici, ma ormai solo ai nostri clienti affezionati e sempre e comunque grazie a quell'assistenza che non si trova nei grandi centri commerciali, che ormai monopolizzano le vendite. La situazione è talmente diversa che da otto dipendenti siamo passati ad una gestione famigliare (oltre a Claudio, la moglie Daniela e Petra una cagnetta nera, nel ruolo di mascotte del negozio) che basta ed avanza». Da Cronst, sono completamente cambiati gli oggetti in vendita. Le vecchie radio , registratori e cuffie sono diventati oggetti d'antiquariato, sono cambiati i clienti? «Un aneddoto. Abbiamo in vetrina un paio di cuffie degli anni '50 non in vendita, la gente le scambia per attuali e le vuole comprare, perché identiche a quelle moderne. Detto questo, è cambiato il modo di spendere. Pochi anni fa per un regalo andavano bene 200-300 euro; oggi il limite è sui 10-20. Si fanno più regali, perché è una moda farli, ma è caccia aperta a quello più economico». (d.p.)













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