Contro la crisi, mele al posto dei boschi

Nei bilanci delle 38 sessioni forestali nonese, risaltano le richieste di privati che vogliono allargare le superfici a frutteto


di Giacomo Eccher


CLES. Nel 2012 in valle di Non sono cresciute in modo sensibile le domande di bonifica agraria per trasformare i boschi in frutteti.

Le richieste sulla scrivania del direttore dell'ufficio Foreste di Cles Maurizio Mezzanotte sono tante e aumentano, si può dire, giorno per giorno. «Forse è anche questa una conseguenza della crisi - è l’interpretazione del direttore - persone che perdono il lavoro, cercano di ricavare dal territorio un reddito allargando la superficie coltivata». Insomma, i privati provano ad affrontare la crisi puntando sulle mele e il frutto che caratterizza la valle diventa sempre più il simbolo dell’economia locale, non solo in dimensione consortile, ma anche a livello familiare.

Il dato delle richieste di bonifica in crescita si affianca nel bilancio al termine delle 38 sessioni forestali che hanno coinvolto altrettanti Comuni e 20 Asuc, una Consortela (a Rumo) e tre comproprietà (Nesso Favona, Salter Malgolo e Denno - Campodenno) a quello delle vendite di legname. L’anno scorso sono stati martellati (e venduti in varie aste) 82 lotti di legname di Comuni e Asuc con un incasso di circa un milione di euro.

I metri cubi di legname (lordi) martellati dalla Forestale per uso commercio in valle sono stati 25.235, a cui vanno sommati i 14.329 mc assegnati per le cosiddette sorti (legna ad ardere) ai residenti nelle varie località che hanno proprietà boschive con uso civico, «quantità che in termine tecnico si chiama “ripresa”. Infatti, il bosco va rispettato come risorsa ambientale, oltre che economica, e, pertanto, le martellazioni avvengono sulla base di precisi piani di sviluppo», sottolinea Mezzanotte.

Il Comune che nel 2012 ha avuto più “ripresa” boschiva è stato Fondo con 3410 mc, davanti a Cles (3345 mc) e Tuenno (2800). Seguono Coredo (2525 mc, patrimonio amministrativo dal Comune ma in realtà di uso civico), Castelfondo (2290 mc) e Brez (2000 mc). Tra le Asuc, le più ricche sono state quelle di Preghena (1390 mc) e Livo (1205, grazie a proprietà boschive possedute nella valle alpina di Bresimo), che come Comune nel 2012 ha avuto una ripresa di 1790 mc.

Uno dei compiti della Forestale è la vigilanza venatoria e qui i segnali positivi non mancano. L'orso ormai è una presenza stabile e viene segnalato non solo nella destra Anaunia (gruppo Brenta), ma anche sulla sponda opposta. Un'altra presenza ormai stabile è quella del lupo nelle zone di confine tra la val di Non e la Val d'Ultimo, mentre qualche preoccupazione viene dai cinghiali nella Terza Sponda «Sono 3-4 i capi segnalati ma la colonizzazione può crescere», afferma Mezzanotte.

Per quanto riguarda la fauna interessata al mondo venatorio, in valle sono censiti 4200 caprioli, 1500 cervi e oltre 3000 camosci, soprattutto nel Brenta ma anche sul crinale verso la Valle dell'Adige. Continua il contrasto al bracconaggio soprattutto di nidi di tordi e cesene, venduti come richiami in Lombardia. In calo il rischio processionaria del pino dopo il trattamento con elicottero nella zona Frari, mentre aumentano le immondizie nelle scarpate lungo le strade. «Nel 2012 le contravvenzioni sono state numerose, in crescita rispetto al passato e ricordo che la multa per i colpevoli è di 600 euro», conclude il direttore.

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