Contro i tagli «iniqui» stop del settore pubblico

Venerdì sciopero di Cgil, Cisl e Uil. Ieri illustrate le ragioni in un incontro con oltre 400 lavoratori: «In molti settori è impossibile ridurre il personale»


di Luca Pianesi


TRENTO. «La spending review produrrà forti tagli nel settore del pubblico impiego e anche in Trentino l’apparato subirà un netto ridimensionamento». A dirlo il segretario della Uil Fpl Enti locali Trentino, Silvia Bertola, durante un’assemblea convocata da Cgil e Uil per presentare lo sciopero nazionale di sabato 28, contro il progetto di revisione dei conti pubblici promosso dal governo Monti.

L’incontro si è tenuto presso il cinema Vittoria. Presenti oltre 400 lavoratori. «La spending review è iniqua – spiega Bertola – perché fa tagli trasversali, senza verificare dove sono gli sprechi e soprattutto chi li fa. A livello nazionale si è deciso di licenziare indiscriminatamente il 10% dei dipendenti pubblici e il 20% dei dirigenti. E il tutto senza il coinvolgimento e la collaborazione dei sindacati, che da questo governo vengono sistematicamente ignorati. In Trentino la situazione è migliore perché la Provincia è più attenta e oculata. Però il presidente Dellai e l’assessore Mauro Gilmozzi ci hanno già anticipato che il minor gettito proveniente dalle imposte produrrà un’ulteriore riduzione delle risorse, oltre ai già annunciati tagli dei budget messi a disposizione delle regioni autonome. Il nostro sistema di finanziamento, infatti, prevede il trattenimento del 90% delle tasse trentine. La crisi, i licenziamenti e la chiusura di alcune imprese locali avranno la conseguenza di provocare sempre minori entrate fiscali e dal 2013 le casse della Provincia saranno ancora più vuote. La spending review nazionale, comunque, non sarà applicata in Trentino perché qui la Giunta Provinciale attuerà il suo “Piano di contenimento della spesa pubblica 2012-2013”. Un progetto – prosegue il segretario della Uil Enti locali Trentino - più attento alle esigenze dei lavoratori, ma ugualmente dirompente. E’ previsto, infatti, un taglio della spesa corrente del 10%, con una riduzione dei servizi di supporto alle attività che l’ente pubblico fornisce ai cittadini (il cosiddetto back office). In 5 anni calerà del 15% il numero dei dipendenti pubblici, ma in forza del turn over e del pensionamento e non sulla base di licenziamenti. La filosofia alla base del “nostro” piano di risanamento è certamente migliore rispetto a quella nazionale, ma il risultato sarà comunque un aumento vertiginoso della mole di lavoro per i lavoratori che resteranno in servizio. E’ prevista, poi, la riduzione del 5% dei finanziamenti a enti convenzionati alla Provincia, quali scuole materne equiparate e centri di ricerca. Ma riteniamo impossibile tagliare ulteriormente il personale delle case di riposo già ridotto ai minimi termini. Il piano provinciale, poi, prevede una gestione associata delle entrate, degli appalti e degli acquisti e anche un accorpamento di alcuni servizi erogati al cittadino. In Trentino abbiamo, infatti, 217 Comuni, alcuni piccolissimi. Non tutti possono garantire livelli di servizio di qualità e personale numeroso. In questi casi il servizio sarà fornito da un Comune anche per altri, secondo una logica di razionalizzazione delle attività e dei dipendenti. Tutto il piano di contenimento provinciale – conclude Bertola – cercherà di tagliare 120 milioni di euro in 5 anni».

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