«Con la riforma saremo più precari»

Il racconto di due supplenti storici che vedono sfumare il posto di lavoro


Jacopo Tomasi


TRENTO. Hanno superato il concorso indetto nel 1999 ed erano pronti ad entrare nel mondo della scuola dalla porta principale. Si aspettavano qualche anno di "gavetta" e poi, entro il 2005, un'assunzione a tempo indeterminato. Ma questi piani sono rimasti sulla carta.

Gli anni sono passati e anziché arrivare garanzie, sono spuntate incertezze. La cattedra di ruolo è rimasta un miraggio. Al suo posto sono arrivati una serie di contratti annuali: assunti a settembre e licenziati il 30 giugno. Senza soluzione di continuità. Estati passate con la paura di non essere chiamati o di essere spediti chissà dove. Tra riforme e regole cambiate in corsa, sono rimasti spiazzati e a 12 anni dal concorso si ritrovano precari "storici". È la storia di 1.550 insegnanti che compongono la graduatoria provinciale per titoli. Tra loro ci sono Filippo Tomasi, 40 anni, insegnante di scienze, e Paolo Zammatteo, 47 anni, che insegna disegno e storia dell'arte. Nonostante le rassicurazioni che arrivano dall'assessore Marta Dalmaso (come riportiamo nell'articolo accanto), i due professori precari temono che la riforma del reclutamento, presentata nei giorni scorsi alla maggioranza e ai sindacati, possa complicare ulteriormente la loro posizione.

«Ho sempre vissuto la precarietà in modo piuttosto tranquillo», dice Filippo Tomasi. «In certi momenti non è stato facile, ma mi sono sempre detto "le regole sono quelle, prima o poi il posto arriverà". Adesso, però, questa convinzione non ce l'ho più. Oggi mi sento più precario di qualche anno fa perché stanno cambiando le carte in tavola a partita iniziata e non sento di avere garanzie».

La Provincia ha assicurato che la posizione dei "precari storici" sarà tenuta in considerazione, ma la preoccupazione è palpabile.

«Dopo diversi anni in Trentino - prosegue Tomasi - dal 2007 insegno in un liceo della Val Camonica, in provincia di Brescia. Ho sfiorato l'immissione in ruolo per 2 anni, ma poi, tra riforme e tagli, è sempre sfumata. Ora, la mia situazione è particolarmente delicata: se dovesse sparire l'attuale graduatoria provinciale dovrei rifare il concorso in Trentino, ma sarei tagliato fuori dalle graduatorie di Brescia». «Tutto questo - conclude - nonostate abbia già superato un concorso che mi dà diritto ad una cattedra di ruolo. Cercherò di resistere, come ho fatto in questi anni, perché amo questo mestiere».

Non molto diversa è la storia di Paolo Zammatteo, che ha iniziato ad insegnare nel 1993 e quest'anno è al liceo scientifico Galilei di Trento. «Dopo aver superato il concorso del 1999 - spiega - mi aspettavo di entrare in ruolo nell'arco di 5 anni. Col passare del tempo, però, anziché chiarirsi le prospettive si facevano sempre più oscure. Più volte mi sono trovato davanti in graduatoria persone che prima non c'erano. Credo, quindi, che ci sia stata una gestione poco chiara della situazione e temo che anche quest'ultima riforma del reclutamento vada in questa direzione. Sono primo in graduatoria da ormai 5 anni, ma non c'è nessuna chiarezza per il futuro», conclude con un po' d'amarezza. «È tutto estremamente complicato e precario».













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