Collini suicida, due vite bruciate


Alberto Faustini


Dell'incredibile sceneggiatura d'una vita piena di vite, alcune felici, alcune inaccettabili, ha voluto scrivere anche l'ultima pagina.

Fabrizio Collini s'è ucciso non lontano dal mare che amava. Volando da un viadotto simile a quelli che costruiva. Ha lottato - prima disorientato e abbattuto, poi con ritrovato coraggio - con la giustizia, contro un male incurabile, contro tutto quello che ha prima costruito e poi sfasciato.

Ha perso la lotta più difficile: quella fra i due uomini che convivevano in lui, fra ambizioni e rimorsi, nelle sabbie mobili di anni in salita. Fabrizio, elegante e generoso, era il bene. E Collini, l'uomo delle trame, era il male. O viceversa.

A Genova è morto un uomo passato troppo velocemente dal successo al tunnel d'una pece incancellabile: nera come le condanne, morali ancor prima che penali.













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