Collini: «All’ateneo servono altri spazi» 

L’allarme del rettore sulle infrastrutture: «Tempi troppo lunghi mentre i nostri concorrenti in Europa vanno più veloci»


di Andrea Selva


TRENTO. Guai a lamentarsi delle risorse di cui può disporre l’ateneo trentino, ma ugualmente il rettore Paolo Collini ieri pomeriggio inaugurando l’anno accademico 2018-2019 ha lanciato l’allarme sui tempi e sulle procedure: «Troppo lunghe» ha detto, per stare al passo con la ricerca, che si confronta con concorrenti europei e deve tenere un altro ritmo rispetto a quello che riesce a tenere l’ateneo trentino sul fronte delle infrastrutture.

Le parole di Colini risuonavano (come lui stesso ha fatto notare) all’interno di un auditorium nuovo di zecca, all’interno della (spettacolare) facoltà di Lettere in via Tomaso Gar: «Ma questa è l’università che hanno progettato i nostri predecessori - ha aggiunto - mentre l’ateneo che progettiamo noi chissà se riusciremo a vederlo durante la nostra vita» ha detto. Ironico, ma non del tutto. Parole che sono state un ringraziamento alla vecchia giunta per lo sblocco delle risorse (di fronte a lui Ugo Rossi e Sara Ferrari) ma anche un appello alla nuova giunta (di fronte a lui il governatore Maurizio Fugatti, e gli assessori Achille Spinelli e Mirko Bisesti) con cui l’università dovrà collaborare assieme ai comuni di Trento e Rovereto.

I progetti a cui faceva riferimento il rettore sono la nuova mensa all’ex Trento Fiere (“speravamo di poterne disporre nel 2017 e non siamo arrivati nemmeno all’appalto”) ma anche lo studentato che dovrà sorgere a Piedicastello nell’ex area Italcementi e ancora alla nuova struttura del Cibio, sempre nell’ex area industriale. «Siamo in ritardo» ha detto Collini, facendo notare che (anche) in Trentino la progettazione e la realizzazione delle infrastrutture va oltre la durata dei mandati di chi amministra l’università.

Per il resto l’inaugurazione dell’anno accademico è stata una celebrazione degli ottimi risultati dell’università di Trento che può vantare - nelle varie classifiche - risultati di eccellenza a livello europeo. Tanto che il nuovo presidente dell’ateneo, Daniele Finocchiaro, si è detto impegnato a studiare la realtà trentina (avrò piena cognizione di causa nei prossimi mesi) ma già sinceramente ammirato per la reputazione che l’università di Trento ha a livello internazionale.

Risultati - specialmente sul fronte della didattica - che si spiegano anche con le dimensioni dell’università di Trento: «Dimensioni ideali per creare un ambiente favorevole per gli studenti e la comunità scientifica» ha commentato Paolo Miccoli, presidente dell’Anvur, cioè il comitato di valutazione del mondo universitario che ha assegnato all’università trentina il marchio di eccellenza.

Grande attenzione per il filosofo Roberto Casati (vi ricordate il libro “La lezione del freddo” che ha vinto l’ultimo premio letterario Itas dedicato alla letteratura di montagna?) che ha tenuto una lezione sul disorientamento e sulla capacità di ritrovare la strada al tempo del gps, quando ci fidiamo ciecamente delle tecnologie ma abbiamo perso la capacità di guardarci attorno e interpretare i segnali che ci arrivano dal mondo.













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