cervelli in fuga

Colesterolo, la tecnica «inglese» messa a punto dal fisico trentino

Luca Biasiolli, 39 anni, laureato a Povo, è sulle principali riviste scientifiche per la nuova misurazione del colesterolo nella carotide. «No, non sono fuggito dall’Italia ma ho avuto ottime chance ad Oxford»



TRENTO. Un fisico trentino è alla ribalta delle pubblicazioni scientifiche internazionali: Luca Biasiolli, 39 anni, laureato a Povo, fa parte di un team che, all’università di Oxford, ha messo a punto una rivoluzionaria tecnica per quantificare il grado di rischio di incappare in un aneurisma a causa della presenza di placche di colesterolo nella carotide. La tecnica, è qui sta la grande novità che ha trovato vasta eco nella comunità scientifica, è basata su di un’analisi non invasiva con un particolare tipo di risonanza magnetica messa a punto dal team dello scienziato trentino.

Dottor Biasiolli complimenti. Sgombriamo subito il campo da un dubbio: il suo è un caso di cervello costretto ad emigrare per poter emergere?

«Io sono nel Regno Unito dal 2006. Mi sono laureato nel 2004 a Trento e dopo un paio di anni sono venuto qui ad Oxford, per un dottorato di ricerca. E sono rimasto. No, non sono dovuto fuggire all’estero: con la laurea in fisica ho avuto alcune esperienze lavorative in Italia, una anche in una piccola compagna hi-tech a Trento, che ora non c’è più. Ma avevo intenzione di fare un dottorato all’estero».

Dopo anni di lavoro, ora questa vostra ricerca su nuove tecniche di risonanza magnetica ha avuto vastissima eco.

«Noi lavoriamo con le equipe mediche ed in particolare facciamo degli scan alla carotide. E riusciamo a “leggere” all’interno delle placche che si formano per l’accumulo del colesterolo. Per la prima volta riusciamo a fare “in vivo” questo studio sulle persone. In precedenza l’analisi la si poteva fare solo dopo che l’operazione chirurgica aveva estratto le placche».

Sotto quale aspetto la risonanza magnetica che ha contribuito a mettere a punto è diversa?

«Proprio perché è una tecnica non invasiva, diversamente si potrebbe entrare con un catetere, tecnica complicata e pericolosa. Sul paziente con il nostro approccio vengono sistemate delle bobine sulla carotide per aumentare il sistema della risonanza magnetica. Poi vediamo come si muovono le molecole d’acqua nel campo magnetico. La novità del nostro studio offre una misura quantitativa delle placche oggettiva, non richiede un’interpretazione».

Chi ha fatto materialmente lo studio?

«E’ stato finanziato dalla British heart foundation e realizzato dalla Università di Oxford nell’ospedale della città».

Avete preoccupazioni per la Brexit?

«Ad essere sincero non moltissime. Io sono qui da più di cinque anni ed ho una figlia di due anni e mezzo che è inglese. Ora che ha qui la nonna ad Oxford è, anzi, piacevolmente confusa: alterna italiano ed inglese con la naturalezza dei bambini».

Che cosa le arriva, a livello di notizie, dal Trentino?

«Ad essere sincero non moltissimo. Negli ultimi mesi sono stato assorbito dallo studio e dalla pubblicazione dei risultati. Ah, ecco una notizia è arrivata anche qui con un certo clamore: l’abbattimento dell’orsa.

(g.t.)













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