TRENTO

Cinque Stelle, è rottura: Bottamedi rimossa da capogruppo

Lei contrattacca: "Minacciata e insultata". Ed è spaccatura "insanabile" in consiglio con Degasperi



TRENTO. E' ufficiale la spaccatura dentro il Movimento 5 Stelle trentino. Dopo mesi di scontro interno sotterraneo, ora arriva la decisione del Meetup: l'assemblea ha deciso che dal 1° settembre Manuela Bottamedi non sarà più la capogruppo in consiglio provinciale. Ma l'interessata reagisce duramente e contrattacca: "Un giorno di fine luglio ti alzi e scopri che, dal primo settembre, non sarai più la capogruppo del Movimento 5 Stelle in consiglio provinciale. Chi l'ha deciso? 16 attivisti del Meetup, il 3% degli iscritti, che senza alcuna investitura democratica hanno deliberato su una materia che non gli compete". "Da un anno il Meetup è concentrato quasi esclusivamente su polemiche interne e, nelle assemblee che vengono convocate mensilmente, si parla solo in chiave critica dell'operato dei consiglieri, senza fornire alcun contributo costruttivo. In particolare, la sottoscritta è stata attaccata ferocemente sia sul Meetup, sia in assemblea, sia su Facebook per i seguenti motivi: aver firmato il disegno di legge sulle quote rosa; aver scritto sulla propria pagina Facebook di non gradire l'alleanza europea con Farage; aver proposto al Meetup che alle elezioni comunali di Trento -qualora non si fosse raggiunto il numero minimo di candidati per presentare una lista a 5 stelle- si poteva pensare ad una lista civica in cui far confluire tutta la cittadinanza attiva e i gruppi politici che condividevano con noi temi e valori, anche al fine di dare maggior peso politico alla nostra azione".

Bottamedi ricorda che  "la rissa esplosa un mese fa nel Meetup Firenze ha imposto a Grillo di dichiarare che tra Meetup e Movimento non vi è alcun rapporto di dipendenza, ma solo di collaborazione e sostegno. Ne consegue che la decisione assunta l'altro ieri da 16 attivisti all'assemblea del Meetup Trentino è gravissima perché impone ai consiglieri una scelta che non ha alcun fondamento democratico e giuridico". Ma la consigliera parla anche di "spaccatura insanabile all'interno del gruppo consiliare", "dal momento in cui il mio collega Filippo Degasperi "si è reso disponibile a fare quello che gli viene chiesto dal Meetup", dopo che "a novembre, a pochi giorni dall'insediamento, io e il mio collega avevamo concordato che fossi io la capogruppo, e lo avevamo fatto in pieno accordo per una ragione di opportunità politica fondata sulla prassi consiliare: chi riveste il ruolo di segretario questore all'interno dell'Ufficio di Presidenza (e Degasperi è stato votato dal consiglio per rivestire qual ruolo), non può contemporaneamente esercitare le funzioni di capogruppo. La ratio alla base di questa prassi è chiara: incompatibilità tra un ruolo super partes e un ruolo di parte (leggasi conflitto di interessi). E inopportunità del cumulo delle cariche". "Ma il conflitto di interessi e il cumulo delle cariche non erano cavalli di battaglia del Movimento?? Per me quella decisione non ha alcun valore e non intendo applicarla. Perlomeno non sulla base di una richiesta di 16 persone che si sono autoproclamate "segreteria politica" o "direttorio del gruppo consiliare". Bottamedi rivendica di non essersi mai sottratta al confronto:  "Ho subìto due Assemblee in cui mi si processava per le quote rosa e per Farage, ho risposto alle critiche, ho difeso con passione le mie ragioni. Senza pretendere di convincere nessuno, e senza pretendere che fossero le più giuste in assoluto. Ma nella convinzione che il Movimento 5 Stelle non fosse il Movimento del Pensiero Unico, bensì il Movimento del Pluralismo e della Pluralità di Voci. Forse sbagliavo. Ora lo verificheremo".













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