il delitto delle albere

Cinque martellate contro i due bimbi

Eseguita l’autopsia su Alberto e Marco: sono stati uccisi fra le 7 e le 10.15 di lunedì. C’è il nulla osta per il funerale



TRENTO. Il nulla osta per la sepoltura di Alberto e Marco è arrivato ieri, dopo l’autopsia eseguita dall’anatomopatologo nelle sale del Santa Chiara. La data dei funerali non è stata ancora fissata ma è possibile che saranno celebrati, a Trento, domani. Un atto dovuto quello dell’esame autoptico per avere la certezza sulla causa della morte dei due bambini. E il referto parla di traumi mortali alla testa. Il piccolo, Marco, è stato colpito una volta. Alberto, il grande, quattro volte. L’arma del delitto è quella che è stata trovata a pochi centimetri dai corpi dei due piccoli ed è il martello che era in casa. Un martello che Gabriele Sorrentino ha lasciato lì, sul tappeto del soggiorno vicino ai mattoncini dei Lego con i quali i suoi figli stava giocando lunedì mattina.

L’ultimo sms alla moglie «Qui è tutto tranquillo» Quando Sorrentino lo ha scritto aveva già ucciso i figli ed era pronto a suicidarsi La mattina il messaggio al padre: «i piccoli stanno a casa, hanno dormito male»

Sulla tragica dinamica di quanto successo non ci sono dubbi, tanto che non sarà eseguita l’autopsia sul corpo di Gabriele. Non ci sono indicazione che portino a pensare che sia stata una terza persona a commettere il delitto. Tutti gli elementi raccolti conducono ad una sola lettura dei fatti: è stato il padre ad ammazzare i figli. Un atto violento che ha avuto l’epilogo nel volgere di poche ore con il suicidio dell’assassino. Un quadro purtroppo molto chiaro che porterà all’archiviazione del fascicolo che la procura trentina ha aperto lunedì mattina per duplice omicidio. D’altro canto gli inquirenti lo avevano detto nella conferenza stampa convocata nel pomeriggio di lunedì. «Non ci sono difficoltà a ricostruire l’avvenimento principale - era stato spiegato dai pm - anche perché non ci sono stati tentativi di inquinare la scena del crimine».

L’autopsia sui corpi dei bambini era necessaria per avere la certezza che non ci fossero altri elementi, altri fatti che avessero portato alla tragedia. Una tragedia avvenuta - stando alle prime e sommarie informazioni che l’anatomopatologo ha fornito alla procura - fra le 7 e le 10.15 di lunedì mattina. Impossibile restringere ulteriormente l’ora del delitto, definirla con più precisione. Quello che è certo è che alle 10.30 l’auto di Sorrentino, con l’uomo al volante, è arrivata a Sardagna. L’hanno notata perché era giunta nel piazzale del belvedere ad alta velocità. E poco prima delle 7 Sara Failla, la mamma di Alberto e Marco, la moglie di Gabriele, era uscita di casa per alcuni appuntamenti di lavoro. Lei, una laurea di veterinaria messa da qualche anno nel cassetto, era informatrice farmaceutica e aveva degli impegni da ottemperare prima di raggiungere il marito per il rogito della casa nella quale abitavano. Quando lei ha lasciato l’attico, nulla faceva presagire la tragedia che si sarebbe poi compiuta. Un lunedì mattina con tanti, con un calendario fitto, ma il tutto inserito in una routine che - all’apparenza - garantiva molta tranquillità. Non c’erano nubi all’orizzonte della famiglia, tutto era inserito nei binari della normalità che era tale solo all’apparenza. Apparenza che si è dissolta con quei cinque colpi di martello che hanno posto fine alla vita - che stava appena sbocciando - di due bambini. Che lasciano dietro di loro i ricordi di tante risate, delle prime scoperte, del loro essere bambini felici.

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