Cinquant’anni a dirigere traffico e cori

Paolo Zampedri è stato nel 1964 il primo vigile urbano di Pergine. Ora fa il consulente ed è il direttore del «Costalta»


di Roberto Gerola


PERGINE. E’ stato il “fondatore” del corpo dei vigili urbani, 50 anni fa esatti. Oltre naturalmente il primo comandante (con i semplici gradi d’oro da sergente - brigadiere). Era il 1964. Circa 20 anni più tardi sarebbe diventato comandante del Corpo di polizia municipale. Parliamo di Paolo Zampedri, classe 1942. Ma la curiosità è che seppe coniugare questo importante ruolo nell’ambito dell’amministrazione comunale di Pergine, con quello di maestro direttore di cori e bande. Le date di queste sue due attività sono “lunghe”.

Comandante dal 1964 al 1994 (quando andò in pensione); mantenne l’incarico di “docente di sicurezza stradale” all’Università popolare alternandolo con altri ruoli (tuttora) di consulente, di commissario di concorsi specifici per la polizia del Trentino. In sostanza, non ha mai abbandonato la “polizia”. Sull’altro fronte, altre date: 1973 - 2004 maestro del coro Genzianella di Roncogno; 1994 - 1999 maestro del Coro della polizia municipale di Trento; e dal 2006 dirige il Coro Costalta di Baselga di Piné. Ma aveva iniziato come “direttore” nel 1964 (e fino al 1974) dedicandosi al coro e alla Corpo bandistico di Viarago. Appunto 50 da vigile e altrettanti da maestro.

«Mi ero organizzato perfettamente - ci racconta - riuscendo a non accavallare l’impegno nei due ruoli e non mancando né al primo, né al secondo. Ma non per questo trascuravo la famiglia (moglie e due figlie)». Poter raccontare del “doppio” mezzo secolo di attività è già molto. Se poi si aggiunge che la musica gli era entrata in testa quando aveva appena 10 anni, il quadro si sta delineando in merito alle sue vocazioni. Perché anche il fatto di aver scelto la divisa di vigili urbano gli è entrata in testa per meriti di famiglia. Il papà Giuseppe lo aveva spronato nell’una e nell’altra attività: la musica per essere un passo avanti nel consueto apprendimento scolastico, la divisa perché c’era Dario Zampedri (fratello di Giuseppe) comandante dei vigili urbani a Bolzano e suo primo “maestro” per una professione che lo vide autodidatta. Lo zio Dario, per Paolo Zampedri sarebbe stato il punto di riferimento della carriera come lo furono poi il Colombaro e Marmori (comandanti a Trento). Aneddoti e curiosità si accavallano e si intrecciano nei primi vent’anni di vigile urbano. Prima di lui, a Pergine, c’era il messo - vigile, figura tipica nell’ambito comunale degli anni del dopoguerra. Poi, la svolta appunto nel 1964 con Paolo Zampedri. Sindaco era Achille Fruet.

«Il mio primo ufficio - ricorda - come sede dei vigili urbani, fu al 2° piano del municipio: unico arredo erano tre assi su due cavalletti e due sedie. Era la scrivania. Bel inizio se si pensa la considerazione nella quale era tenuta la polizia. I vigili ebbero 8 sedi diverse prima di approdare all’attuale in viale Dante: 2° piano del municipio, 1° piano del municipio, piano terra di palazzo Cerra, piano terra del municipio (ora sala consiliare), piano terra della biblioteca (ora ufficio dell’Apt), poi i locali dell’ex Amea (piazza Garibaldi), quindi palazzina (ora annessa alle Don Milani). Nel 1966 avviò le prime lezioni di educazione stradale agli scolari di Pergine e frazioni; riuscì a dotare (prima di Trento) i pochi vigili urbani di Pergine di una divisa estiva (camicia) color azzurrino sostituendola con quella bianca. Ma c’era anche la divisa estiva con giacca bianca: dallo zio Dario si fece dare le divise estive bianche dismesse dai vigili bolzanini, con il sarto Carlo Oss Noser ad adattarle. «Con i miei vigili - aggiunge - ho sempre avuto ottimi rapporti camerateschi: qualche volta andavamo da mia mamma a cena: polenta, lucaniche e crauti. E si discuteva dei problemi e li risolvevamo con l’obiettivo di migliorare i contatti con il cittadino». Nel suo studio, dietro le spalle, centinaia di libri, codici, commenti, testi unici. E decine di attestazioni. In quanto docente è sempre aggiornato.

Per l’altra attività è presto detto: 2 long playing, 4 cd, due concorsi internazionali (al 1° posto a Roma e in Ungheria), 2 concorsi nazionali (2 secondi posti); si occupò della realizzazione melodica dell’Inno dei carabinieri (parole e musica del fu professor Giuseppe Barbareschi); decine e decine di trasferte, allori, riconoscimenti. Ora, con il Coro Costalta la “scuola” per i futuri maestri - direttori.

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