il caso

Chico premiato per l’impegno in carcere

Gli amici del comitato fanno visita al detenuto in Florida, che ha ricevuto l’attestato per aver lavorato a favore degli altri



TRENTO. Una visita nel carcere a Florida City a Chico Forti, è stata l’occasione per il trentino detenuto da 15 anni di rivedere vecchi amici. Tra i quattro esponenti del gruppo “Una Chance per Chico” c’erano Lorenzo Moggio e Mauro Angelini (per loro si è trattato di un ritorno) e Sergio Boscheri e Stefano Girelli, per i quali l'incontro è stato ancora più emozionante, dato che non vedevano Chico da quasi 25 anni. Indescrivibile è stata la sorpresa e la gioia di Chico nel vedere i suoi amici che indossavano una polo azzurra con la scritta "Chico Ita-1" ( il suo numero velico ai tempi delle regate). «Circostanza che nei due giorni di visita ha suscitato una considerazione e un’ammirazione da parte degli altri ospiti del carcere che – dice Moggio – il nostro campione non ha mancato di segnalarci».

Aggiungono gli amici: «Come al solito le poche ore a disposizione per gli incontri sono state molto intense, all'insegna dei ricordi, degli aneddoti, ma anche dei progetti e delle speranze che Chico porta dentro di sé e che comunica con il consueto entusiasmo ed energia».

«Non c'è mai bisogno di fare domande - commenta Lorenzo Moggio, presidente del Comitato una Chance per Chico - perché Chico è un fiume in piena, vuole sapere di Trento e dei suoi vecchi amici, parla per ore di tutto, se si ferma è per presentarci un detenuto con cui è in rapporti di amicizia. Si capisce che lui cerca - e riesce - ad andare d'accordo con tutti grazie alla sua intelligenza e alle sua notevole empatia, con le quali riesce e far breccia anche con personaggi dal curriculum decisamente inquietante. E questo nonostante debba vivere in un ambiente estremamente difficile, dove ogni giorno è necessario confrontarsi con il rigido regolamento del carcere, con gli umori delle guardie, con i ricorrenti conflitti tra gruppi di detenuti».

Chico ha mostrato agli amici con soddisfazione un diploma d’onore che gli è stato concesso per il lavoro svolto in carcere a favore degli altri detenuti. Una conferma del valore dell’imprenditore trentino, da 15 anni detenuto nelle prigioni americane ma per tutto questo tempo impegnato a favore delle altre persone incarcerate. Un esempio, l’ennesimo del suo valore umano e spirituale dal quale Chicco ha tratto in questi anni la forza morale per continuare la sua battaglia per la richiesta di revisione del processo. Un aspetto sul quale stanno attivamente lavorando l’avvocato newyorkese Joe Tacopina, i familiari e gli amici “Una Chance per Chico”.

«Abbiamo lasciato Chico con il consueto lungo abbraccio che lascia un velo di tristezza, ma anche con la speranza della vittoria nella sua battaglia», concludono gli amici.













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