Cavedine, “Siamo Tempo” della Meazzi

VALLE DEI LAGHI. Siamo ormai abituati all’intensa attività editoriale di Matilde Meazzi, la prof che insegna da qualche decennio lettere alla scuola media di Cavedine e che si diletta a dare sfogo...



VALLE DEI LAGHI. Siamo ormai abituati all’intensa attività editoriale di Matilde Meazzi, la prof che insegna da qualche decennio lettere alla scuola media di Cavedine e che si diletta a dare sfogo al suo estro letterario, ora in produzioni poetiche (nel 2015 la raccolta di poesie “21/12 marzo”), ora attraverso la forma diaristica ai ricordi della gioventù con riferimento alle persone care del suo passato (nel 2017 il romanzo storico “Evelina e il mondo che verrà), ora invece alla saggistica (nel maggio 2017 “Il paesaggio condiviso”). La prof, nei giorni scorsi, ha presentato nella libreria Ubik di Trento la sua nuova fatica editoriale dal titolo “Siamo Tempo” – Edizioni Del Faro. Come si legge in una nota introduttiva il tema di fondo attorno a cui si sviluppa la pubblicazione è “il tempo”, invertendo però la metodologia utilizzata dagli scienziati, i quali “ricorrono a riferimenti letterari per inquadrare concettualmente i problemi che affrontano”. L’autrice nel suo saggio affronta il processo inverso dalla “letteratura alla scienza” nella convinzione che la narrativa poggi su un discorso organico nel tempo e trovi dei punti di contatto con le teorie fisiche più recenti.

Non vi è certo la presunzione di sostenere o confutare teorie, ma solamente mettere a confronto “il pensiero e il sentimento” di alcuni grandi scrittori per sostenere quanto la letteratura sia capace di comprendere il nostro “essere tempo”. Matilde Meazzi, come ha sottolineato l’amica “critica” Lia Nelser nella presentazione dell’opera, ci conduce nel suo saggio lungo un itinerario in cui affronta il tema di fondo attraverso il pensiero di diversi autori moderni come W.G. Sebald, M. Kundera, E.W. Remarque, J. Nemirovsky, M. Cvetaeva, E. Canetti e C. Magris, Raymond Queneau, Jorge Luis Borges, Sylvia Plath, il cinese Gao Xingjian e il britannico di origine giapponese Kazuo Ischiguro.

La narrazione è strutturata su tre diverse idee di tempo: il tempo circolare (la fenice) delle società classiche-pagane, fondate sulla ciclicità degli eventi naturali; il tempo lineare (il dardo), base del pensiero ebraico-cristiano, rappresentato dalla freccia proiettata verso il futuro; infine il tempo entropico (il canguro), tipico della fisica moderna, che lega il tempo allo spazio e lo relativizza con la conseguente negazione di un tempo assoluto valido in tutto l’universo e l’introduzione nella realtà di una moltitudine di tempi diversi. (m.b.)













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