Caso Taxibus, ora indaga la Guardia di finanza

Perquisiti gli uffici e sequestrati documenti: sospetti sul crollo del valore dell’azienda nel periodo in cui era stata acquistata da Trentino Trasporti


di Luca Pianesi


TRENTO. Gli agenti del nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza di Trento sono entrati negli uffici di Taxibus a Gardolo all’alba, ieri mattina. Hanno aperto cassetti e scaffali, requisito carte e documenti, sequestrato materiali che presto potrebbero trasformarsi in prove a sostegno di un’inchiesta giudiziaria. Dopo le rivelazioni del Trentino dei scorsi giorni, infatti, i militari hanno deciso di intervenire per trovare riscontri sulle misteriose vicende che riguardano l’azienda di trasporto privato, oggi in mano a Marco Peterlini. La ditta di autonoleggio, che fa parte del Consorzio trentino autotrasportatori e che tramite quest’ente gestisce anche alcune linee pubbliche di scuolabus, è stata al centro di molte polemiche legate da un lato alla gestione del personale (i dipendenti hanno manifestato anche con picchetti sotto la Provincia per lamentarsi di mancati pagamenti e di abusi legati al sovrautilizzo del personale dipendente e della presenza di autisti non in regola o già in pensione), dall’altro allo stato di sicurezza dei mezzi (spesso fatti circolare in condizioni precarie). Tutte cose documentate dal Trentino in una serie di inchieste a metà settembre. E poi ci sono i guai finanziari della ditta che però spostano l’attenzione dall’attuale gestione dell’azienda a quella, quanto meno “allegra”, del periodo di dirigenza pubblica. Taxibus, infatti, dal 2003 al 2008 è stata acquistata da Trentino Trasporti e in quella fase strani movimenti di denaro pubblico hanno portato l’azienda a cambiare valore nelle stime del mercato e degli stessi sindaci di Trentino Trasporti. Come dimostrato sul giornale di ieri, infatti, mentre l’azienda passava da un valore di mercato di 736.000 euro (cifra pagata nel 2003 da Trentino Trasporti per acquistarla da un privato, Gino Valentini), a quello di 56.658 euro (valore messo a bilancio dai sindaci di Trentino Trasporti nel 2007) in soli 4 anni, spendeva l’equivalente di 2 milioni e 800 mila euro per acquistare nuovi mezzi. Acquisti conclusi con strane plusvalenze che nella stragrande maggioranza dei casi venivano perfezionati con un’azienda di Brescia, la Fratelli Almici, dal 1999 in affari con il Gruppo Cuffaro (di proprietà del fratello dell’ex presidente della Regione Sicilia Salvatore Cuffaro, condannato in via definitiva per favoreggiamento aggravato a Cosa Nostra), tanto in affari da creare un gruppo misto. «Un altro nuovo gruppo privato - si legge sul sito di Fratelli Almici - la Gruppo Cuffaro Almici con sede ad Agrigento, azienda impegnata con le altre consociate nell'effettuazione di linee granturismo internazionali a lunga percorrenza dalla Sicilia alla Germania al Belgio e naturalmente anche al noleggio».













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