IL CASO

Cantina LaVis, oggi il commissariamento

Il fine settimana non ha modificato la posizione di Unicredit e delle Rurali La delibera della giunta diventa esecutiva: al vertice dell’azienda ora c’è Girardi



TRENTO. Qualcuno afferma sia solo una questione di soldi e di equilibrio finanziario della Cantina, che non può più reggere. Altri, più malignamente ma forse dicendo una (gran) parte di verità, sussurrano che l’equilibrio finanziario non c’entra proprio niente. E che dietro al «no» delle Rurali al piano di risanamento messo a punto dalla Cantina LaVis altro non ci sia se non la volontà di accelerare la fusione della suddetta cantina con Cavit, così come ai piani alti di via Segantini da tempo auspicano.

Comunque la si legga, il balletto del commissariamento si-commissariamento no della LaVis oggi finalmente troverà un epilogo. E l’epilogo è il via libera al commissario, che è stato individuato nella figura dell’avvocato Andrea Girardi.

La delibera, pubblicata dalla giunta due settimane fa, è già pronta ed è diventata esecutiva il 5 giugno, venerdì. Il fine settimana ha solo allungato i tempi e lasciato ai vertici della Cantina e ai loro tanti soci l’illusione di un miracolo dell’ultimo secondo, di un cambio di posizione da parte delle Casse Rurali. Che non è arrivato.

E dunque, nella seduta di giunta in agenda per questa mattina l’esecutivo provinciale prenderà atto dell’assenza di una delle due condizioni per evitare il commissario (ovvero il «sì» di tutte le banche al piano di risanamento) e annuncerà l’inizio del secondo commissariamento in pochi anni per la LaVis.

Che cosa succederà poi? La delibera ha di fatto revocato l’attuale consiglio di amministrazione, l'amministratore delegato e il collegio sindacale della LaVis e nominato l’avvocato Andrea Girardi commissario in loro sostituzione.

Il commissario resterà in carica un anno e avrà il compito di «verificare l'efficienza delle attuali linee strategiche definite dalla precedente governance, reimpostandole per attuare ogni azione idonea a sostenere la continuità aziendale per garantire le giuste remunerazioni ai soci e il mantenimento dei livelli occupazionali».

La sensazione è che - una volta rimossi gli attuali vertici della Cantina - le banche torneranno a riaprire i rubinetti del credito facilitando la sopravvivenza della società. E anche la Provincia, a questo punto, potrà mantenere quanto promesso qualche mese fa quando garantì un aiuto concreto tramite una fidejussione di 2,5 milioni a Casa Girelli, il braccio sano della LaVis , e 10 milioni (8 della Provincia, 2 di Cooperfidi) per l'acquisto della parte più vecchia della cantina.

Un altro dilemma, poi, riguarda il futuro dei 1200 soci, molti dei quali sono anche sovventori avendo messo soldi propri nel capitale sociale. Molti di essi hanno assunto in queste settimane una posizione assai critica nei confronti del mondo cooperativo, giudicando incomprensibile il «no» al piano di risanamento. Sono state minacciate anche “ritorsioni” proprio nei confronti delle Rurali, con la promessa di chiudere tutti i conti correnti accesi. Che cosa faranno adesso questi soci? Resteranno nella Cantina LaVis o cercheranno altre soluzioni? La partita, a questo punto, è tutta da giocare.

(lu.pe.)













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