Cantina, aiuti «congelati» Coinvolti anche i creditori

Sul piatto 10 milioni per il salvataggio, ma condizionati al piano finanziario Rossi: «Addio ai tre grandi poli vitivinicoli». Gilmozzi: «LaVis torni coop di soci»



TRENTO. La Provincia mette sul piatto 8 milioni di euro per il salvataggio della cantina LaVis, 4 milioni per il 2014 e altrettanti per il 2015, a cui si aggiungeranno altri 2 milioni di Cooperfidi. Ma si tratta di 10 milioni che per il momento restano «congelati». Il via libera all’operazione di leaseback - con l’acquisto della parte più vecchia della cantina da parte di Cooperfidi - arriverà solo dopo un altro passaggio in giunta, verosimilmente non prima di qualche mese, al termine di un’istruttoria affidata alla stessa Cooperfidi, e sarà un via libera condizionato alla sostenibilità del piano di risanamento e di rilancio della cantina, a prescindere dunque dagli 8 milioni promessi dalla Provincia. E nell’istruttoria saranno coinvolti - è questa l’altra novità sostanziale inserita nella delibera di giunta - anche i soggetti creditori della LaVis, che è attualmente indebitata per 116 milioni di euro, di cui 61 milioni con le banche e 13 milioni con altri soggetti tra i quali l’Isa. Il risultato, concreto, è che la cantina non potrà inserire i 10 milioni come posta nel bilancio che dovrà chiudere entro il 30 giugno.

La delibera approvata ieri dall’esecutivo dopo una lunga battaglia tra il presidente e gli assessori del Pd è il risultato proprio delle pesanti riserve dei Democratici sull’operazione. Rispetto a come era entrata, ne è uscita fortemente riscritta. L’assessore proponente Tiziano Mellarini (Upt) ieri in giunta non c’era, visto che da una settimana è in ferie. Due settimane fa la delibera era stata rinviata proprio per ulteriori approfondimenti. Che evidentemente ieri non sono bastati al Pd.

La Provincia ha stanziato risorse per 11,7 milioni su un ammontare di interventi del fondo di rotazione immobiliare che per il 2014 è di 14,2 milioni (2,5 milioni sono a carico di Cooperfidi). Per superare le difficoltà finanziarie LaVis ha chiesto un intervento di 10 milioni. «Oggi non abbiamo deliberato di erogare soldi», chiarisce il vicepresidente della Provincia Alessandro Olivi, «li erogheremo solo alla fine di un’istruttoria che dovrà certificare che il piano di rilancio è sostenibile sotto il profilo economico-finanziario. E Cooperfidi dovrà coinvolgere tutti i creditori di LaVis, a partire dalle banche». Il presidente Ugo Rossi riassume così: «Abbiamo discusso a lungo, convenendo sulla necessità di attivare tutti gli strumenti affinché Cooperfidi possa avviare una fase istruttoria completa e approfondita, per ridurre i possibili rischi sull’esito del finanziamento. Tutti i soggetti coinvolti dovranno fare la loro parte: la Provincia, le banche, il sistema del credito non solo cooperativo, il settore vitivinicolo e naturalmente la Cantina LaVis, che dovrà mettere in campo un impegno supplementare rispetto a quello finora profuso nella direzione del risanamento». Insomma le garanzie finora offerte non bastano. «Al termine di questa istruttoria, e dopo la verifica del piano finanziario, da parte della giunta ci sarà un ulteriore momento di valutazione», ha concluso Rossi. Che sul futuro ha avvertito: «LaVis dovrà mettere in campo un progetto con logiche molto diverse dal passato, collegato al sistema cooperativo. Il disegno del settore vitivinicolo non è più di tre grandi poli (Cavit, Mezzacorona e appunto LaVis, ndr)». Concetto ribadito dall’assessore Mauro Gilmozzi: «La lezione è stata compresa, LaVis deve ritrovare la sua dimensione di cantina cooperativa».













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