in trentino

Canone Rai, uno su quattro non paga

Trentino al nono posto nella classifica dell’evasione. Carzano il Comune virtuoso (3%), Frassilongo la maglia nera (50%)


di Daniele Peretti


TRENTO. Il Trentino occupa il nono posto nella graduatoria dell'evasione del canone Rai. Non lo paga il 24,87% dell'utenza, in una classifica che vede al primo posto la Campania col 43,10% seguita dalla Sicilia col 42,18. Mentre le più virtuose sono il Friuli Venezia Giulia col 17,75 e L'Emilia Romagna col 17,99 dove Ferrara è il comune più virtuoso superando quota 97%.

La statistica è fornita dalla società di comunicazione dati Twig specializzata in data mining, reperimento di dati e data visualization, che partendo dal report sull'evasione allegato all'ultimo bilancio della Rai, ne ha ricavato una mappa interattiva.

Il comune trentino più virtuoso è Carzano che alla pari di Terento in Alto Adige registra solo il 3% di evasione. Male i capoluoghi di provincia: Trento ha il 28,1 e Bolzano il 25,21. La situazione non migliora se analizziamo i dati dei paesi. A Frassilongo il canone Rai non viene pagato dalla metà degli utenti (50,35%), a Pergine non lo paga il 30,64 ed a Mezzolombardo il 29,6. Meglio Cles con una percentuale negativa del 24%. Rovereto è in linea con Trento col 28,6% di evasori e Riva risponde col 29,35%. Complessivamente il mancato pagamento del canone arreca alla Rai un danno di 600 milioni annui, a livello nazionale.

Di certo è una forzatura, ma l'accorpamento del canone rateizzato tra le voci della bolletta dell'energia elettrica trova un supporto statistico difficile da contestare. A questo punto vediamo anche come è cambiata la metodologia di pagamento. Prima di tutto è attivo un servizio informativo (199123000) che al contrario di quello che vorrebbe la logica è a pagamento. Per parlare con un operatore si devono spendere 50 centesimi al minuto e consideriamo che un colloquio chiarificatore ha una durata media di 4 minuti.

Al contrario il sito della Rai non fornisce nessuna risposta a quelle che potrebbero essere le domande più frequenti. Il concetto introdotto con l'accorpamento dei pagamenti è quello della presunzione del possesso di un apparecchio televisivo per ogni bolletta pagata per il luogo di residenza. Ma attenzione perché l'obbligo è esteso anche a chi detiene “un apparecchio atto o adattabile alla ricezione di programmi televisivi.”

L'addebito sarà automatico, ma al momento non si ancora dove e come si potranno presentare i ricorsi. Il rischio del doppio pagamento è concreto: basta pensare alle convivenze tra due componenti che hanno ancora le precedenti residenze dove posseggono un televisore; la situazione è simile anche per le seconde case o per gli appartamenti ammobiliati. Ed allora è meglio giocare d'anticipo con una comunicazione di disdetta da inviare con una lettera raccomandata all'Agenzia delle Entrate di Torino, oppure presentandosi alla locale Agenzia delle Entrate dopo aver scaricato da internet l'apposito modello. Questa precauzione non ha però nessuna certezza di evitare l'addebito e comunque è da ripresentare annualmente.













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