Camper in fiamme, salva una famiglia con due bambini 

L’incendio a Comano Terme, a causa di un cortocircuito La famiglia stava dormendo, a dare l’allarme la mamma


di Aldo Pasquazzo


COMANO TERME. Una palla di fuoco, a causa di un guasto elettrico. Camper in fiamme, ieri mattina a Comano Terme, all’ interno una famiglia con due bimbi piccoli. E’ stata la prontezza della mamma a mettere tutti in salvo e a dare l’allarme.

Erano le 6.50 di ieri mattina, quando una mamma del campo nomadi di Ravina ha sentito odore di fumo all’interno del camper di famiglia. Il mezzo era in sosta nella centrale via Cesare Battisti, lungo la Statale. La donna, 28 anni, era con il marito trentaduenne e i due bambini di 7 e 2 anni. Il fumo, quel forte odore, bisognava fare presto. La donna ha svegliato tutti ed in pochi istanti la famiglia si è allontanata dal mezzo che stava per essere completamente avvolto dalle fiamme. Pochi minuti e dal parcheggio si è levata una densa colonna di fumo e fiamme che ha completamente distrutto il camper. Stando alla ricostruzione fatta dal corpo di polizia locale e dai vigili del fuoco di Lomaso, intervenuti da subito sul posto, non si tratta di un incendio doloso. A provocare l’incendio sarebbe stato un guasto elettrico. Nelle immediate adiacenze del camper c’erano dei cavi, il che fa supporre che fossero collegati alla batteria, dalla quale poi sarebbero partite delle scintille. Queste si sarebbero successivamente propagate, avvolgendo l'abitacolo. La colonna di fumo si notava a lunga distanza, anche se a quell'ora il transito di persone e auto era ancora limitato.

Dopo aver capito quello che stava accadendo, la mamma e il capo famiglia hanno subito fatto uscire i piccoli, allertando quindi i soccorsi. In pochi minuti i vigili del fuoco erano sul posto, spegnendo le fiamme con estintori e schiumogeni.

«Ribadisco che non c'è alcuna matrice o sospetto doloso, ma solo un difettoso funzionamento elettrico, molto probabilmente riconducibile alla batteria» sottolinea il comandante del corpo di polizia Carlo Marchiori.

Il mezzo, distrutto, è stato poco dopo rimosso, mentre la famiglia è rientrata a Ravina con amici e parenti, i quali nel frattempo avevano raggiunto Comano e Ponte Arche.













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