Caldonazzo, vita da bagninitra salvataggi e risse da sedare

Da due settimane a questa parte, da quando gli assistenti bagnanti hanno iniziato il servizio estivo nel comprensorio C4, gli interventi per sedare le risse sul lago di Caldonazzo sono già stati sei



TRENTO. Sole, bagni, giochi e relax ma in spiaggia (complice il caldo?) può capitare pure la rissa: da due settimane a questa parte, da quando gli assistenti bagnanti hanno iniziato il servizio estivo nel comprensorio C4, gli interventi per sedare le risse sul lago di Caldonazzo sono già stati sei, uno ogni tre giorni. Le spiagge più a rischio sono quella delle Barche e del Riviera.
Capita che i bagnini intervengano per liti scoppiate per futili motivi, soprattutto tra stranieri. Il bagnino ha il compito di fare da mediatore e chiamare le forze dell’ordine anche per furti e per disturbo della quiete. La figura dell’assistente bagnanti sta, infatti, cambiando: ha sempre più responsabilità e la maggior parte degli interventi non sono più in acqua, ma sulla spiaggia. Addirittura durante gli incidenti stradali, i bagnini diventano utili per prestare i primi soccorsi nei sinistri che avvengono sul ciglio del lago. L’ultimo intervento svolto dai bagnini è stato quello per soccorrere il ragazzo polacco che si è schiantato in moto davanti al ristorante Ciolda meno di due settimane fa.
A spiegare come sta cambiando la figura del bagnino è Marco Salvo, coordinatore della Security per il C4 assieme a Silvio Battaini, maestro di salvamento e collaboratore della Security, la società che ha l’appalto per la gestione degli assistenti bagnanti sul lago di Caldonazzo, Levico, Serraia e Piazze, ma anche di tutte le piscine dell’Asis e alcune spiagge di Caorle.
In totale la società conta 150 bagnini, 34 solo nel comprensorio C4. Dodici le postazioni della Security a Caldonazzo, due a Levico (una mobile e una fissa), una sul lago di Serraia e due alle Piazze a Pinè.
Marco e Silvio ci accompagnano a fare un giro del lago con il gommone per capire come è organizzato il servizio “baywatch”. Il lavoro dei bagnini sui laghi dura due mesi, luglio e agosto, e il turno è dalle 11 alle 18.
E’ importante essere preparati in acqua, per questo in dotazione gli assistenti bagnanti hanno maschere, pinne e boccaglio, ma la prevenzione lo è ancora di più.
«Il bagnino sta diventando un educatore, un punto di riferimento in spiaggia - spiega Silvio - noi lavoriamo molto sulla psicologia e sulla sua formazione. Ogni lunedì, infatti, ci troviamo per corsi di aggiornamento e per fare gruppo».
Il bagnino ora è più indispensabile a terra: «In media sui laghi del C4 svolgiamo 15 interventi al giorno in spiaggia» spiega Marco. «Interveniamo per abbassamenti di pressione, colpi di calore, punture di insetti, tagli, ferite e traumi. Il bagnino ha anche il compito di tenere la spiaggia pulita e dare informazioni. L’anno scorso siamo intervenuti anche per spegnere un incendio a Levico. E da qualche anno a questa parte ci capita di intervenire anche per sedare risse. Naturalmente non mettiamo le mani addosso, ma cerchiamo di mediare e chiamare le forze dell’ordine. L’ultima due giorni fa alla spiaggia del Riviera, quando due ragazzi rumeni sono stati arrestati per aver rubato il portafoglio a un gruppo di olandesi. Le liti scoppiano per abuso di alcol, per bullismo, ma anche per futili motivi». Le risse possono scoppiare anche al largo. Punto pericoloso la piattaforma per i tuffi della spiaggia delle Barche: «Là i ragazzi si spintonano, si tuffano sopra i bambini e creano caos. In quel caso interveniamo con il pattino».
Gli interventi in acqua in due settimane sono già stati una decina sia per nuotatori in difficoltà che per recupero imbarcazioni. Il più grave al lago delle Piazze il primo luglio, quando un diciottenne stava annegando perché si era allontanato dalla riva senza saper nuotare.

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