Calcoli biliari, trentini sempre più colpiti

Il primario Rigamonti: in un anno 150 interventi, attenti alla dieta


Luca Marognoli


TRENTO. E' in tendenziale aumento il numero delle persone colpite da calcoli della colecisti. Sono 150 gli interventi annui eseguiti dall'equipe di Marco Rigamonti, primario di chirurgia all'ospedale di Cles, tra i centri di riferimento nel ramo. L'argomento è stato affrontato sabato scorso all'Hotel Trento in un convegno che ha attirato una settantina tra i principali specialisti italiani. Ad organizzarlo la Sipad, la Società italiana patologia apparato digerente, che ha come scopo fondamentale - spiega Rigamonti - quello di «fare attività scientifica su patologie che abbiano un trattamento multidisciplinare. Al suo interno, infatti, vede chirurghi, endoscopisti e gastroenterologi. L'obiettivo è di confrontarsi tra diversi specialisti, in modo da affrontare le malattie in maniera univoca e quindi migliore per il paziente».

La calcolosi della colecisti viene trattata con un intervento di colecistectomia, «che nella quasi totalità dei casi viene fatto per via laparoscopica», afferma il primario. «Quello che ha dato maggiore spazio alla discussione è stato il trattamento della calcolosi della via biliare principale, che può avvenire sia in laparoscopia che con una terapia endoscopica: con un gastroscopio dedicato, i calcoli vengono estratti dal coledoco attraverso un'apertura della "papilla", lo sbocco del coledoco nel duodeno». Dal punto di vista numerico, è quest'ultima opzione a prevalere. «In alcuni casi è possibile in un'unica seduta fare la bonifica endoscopica del coledoco e la colecistectomia. E' la tecnica chiamata "rendez vous": l'endoscopista estrae i calcoli e il chirurgo subito dopo esegue l'intervento».

Parliamo di una patologia che Rigamonti definisce «molto frequente» e che colpisce soprattutto l'età di mezzo. Una malattia «tipica delle società avanzate», dove si consumano alimenti molto ricchi di grassi. I calcoli del coledoco sono più rari, rappresentando dal 2 al 10% del totale delle calcolosi della colecisti.  Il sintomo classico è la colica biliare, un dolore forte con riacutizzazioni localizzato nella parte alta destra dell'addome. «A volte i pazienti arrivano direttamente con ittero (colorazione gialla della cute) dovuto al fatto che la bile non riesce a raggiungere il duodeno ma entra in circolo a causa dell'ostruzione del coledoco da parte dei calcoli».

Il simposio ha affrontato anche una seconda tematica, quella dell'approccio - anche qui multidisciplinare - alla malattia diverticolare del colon, che interessa soprattutto adulti e anziani. «Si tratta di estroflessioni della parete che si possono infiammare e dare o delle semplici diverticoliti, cioè infiammazioni del sigma, oppure complicanze maggiori come sanguinamento, la formazione di ascessi, la perforazione o delle stenosi: riduzioni del lume del colon fino a portare a un'occlusione intestinale». Il sintomo principale è il dolore ma possono esserci febbre e alterazioni dell'alvo (maggiore o minore frequenza nell'andare di corpo). Un centinaio i casi affrontati a Cles: solo una ventina hanno reso necessario l'intervento chirurgico.













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