Caccia, via libera all ddl "salva multe"

Il Senato approva il disegno di legge di Divina, insorgono gli animalisti



TRENTO. Il Senato ha approvato in prima lettura con 137 sì, 99 no e cinque astenuti il disegno di legge sull'esercizio dell'attività venatoria in ambiti territoriali diversi da quelli di appartenenza. Il provvedimento, che passa ora all'esame della Camera punta a fare chiarezza su alcune interpretazioni normative che hanno recentemente prodotto nella zona dell'Appennino tosco-emiliano numerosi casi di irrogazione di sanzioni da parte delle autorità di controllo venatorio nei confronti di cacciatori provenienti dal Trentino-Alto Adige.

Ha votato a favore la maggioranza che ha parlato di cacciatori multati malgrado si fossero limitati ad esercitare un diritto loro riconosciuto dalla legge mentre radicali, Pd e Idv hanno contestato l'opportunità di una leggina che riguarda "un ristrettissimo numero di cacciatori" che finirà per rendere "ancora più confuso un quadro normativo che attende da tempo un intervento di razionalizzazione".

La Lega per l'abolizione per la caccia e l'Ente nazionale per la protezione animali protestano per l'approvazione al Senato di una legge sulla caccia definita "salva bracconieri del Trentino" che vede primi firmatari proprio il senatore trentino della Lega Nord Sergio Divina, e quello friulano Mario Pittoni.

Le associazioni parlano di una norma "volta a dare un'interpretazione di comodo a già chiare disposizioni contenute nella legge statale in materia di caccia, in favore di un gruppo di cacciatori multati, con singolare analogia con i favori per le quote latte. Scopo dichiarato del ddl - sostiene la Lega per l'abolizione della caccia - era quello di fornire un appiglio giuridico per sanare la posizione di alcune centinaia di cacciatori alpini, sanzionati principalmente in Emilia e in Toscana per avere violato la regola dell' 'opzione di caccia in via esclusiva".

In sostanza attualmente chi esercita per un'intera stagione la caccia in forma vagante nelle Alpi non potrebbe praticare altre forme di caccia (esempio da appostamento, o in zone appenniniche e così via), nè nella propria regione, nè nelle altre, e viceversa".

"Diamo atto - concludono le associazioni - ai senatori radicali, a quelli dell'Idv,  e al senatore Della Seta (Pd) di essersi opposti a questo scempio del diritto per favorire una frangia di cacciatori multati dopo inchieste degli organi di vigilanza, anche su input di una procura della Repubblica. Confidiamo che la Camera non ratifichi questa leggina-vergona salva-furbi".













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