«Bruno», folla per la nuova sede

Aperto ieri il primo piano dello stabile. Bleggi: «Saremo aperti a tutti i contributi»



TRENTO. Tra i primi ad arrivare, alcuni dei residenti di Piedicastello, compresa la proprietaria del bar. Segno che la convivenza è possibile, tra il nuovo centro sociale Bruno e l’antico quartiere, che a suo tempo aveva osteggiato l'arrivo degli “alternativi” nella precedente sede di via Brescia. Poi quello stabile si è rivelato inagibile ed ora, grazie all'edificio dato in comodato d'uso da Patrimonio Trentino, il centro Bruno può contare su una nuova sede in Lungadige San Nicolò, inaugurata ieri. Lo stabile era fatiscente e disabitato da tempo, per questo gli attivisti del Bruno hanno accettato la doppia sfida di ridare vita ad una casa utilizzata come rifugio per i senzatetto e di trasferire tutte le attività avviate nella sede dell'ex Dogana, che ora sarà abbattuta, nel quartiere di là dall'Adige. Ieri l'inaugurazione, con un bel movimento di giovani e non e con molta curiosità anche da parte di chi nel quartiere aveva delle perplessità per l'arrivo del “Bruno”. Per il momento, è stato recuperato solo il primo piano dei quattro dell'edificio, quello destinato ad ospitare i concerti ed il bar. Il colpo d'occhio è piacevole: si entra in un grande salone con i tavoli del bar ed, in fondo, la pedana per i gruppi musicali. Nella stanza attigua, il bancone per la mescita di bevande che, ci spiegano, è stato realizzato da un ragazzo di Rovereto. «Vogliamo che la sede - afferma Stefano Bleggi – diventi una comunità aperta al contributo di tutti. Non a caso, anche il recupero dello stabile, che proseguirà nei prossimi mesi, ha coinvolto persone di tutte le età: c'è chi ha contribuito a costruire il bar, chi a realizzare le parti in legno, chi ha dipinto le pareti».

La sala è dipinta in vivaci colori zafferano e rosso e, anche qui, non mancano i murales. «La gestione della sede - aggiunge Bleggi – sarà affidata all'associazione “Commons” che raccoglie diverse realtà: ci sarà lo sportello casa, per dare assistenza in questo momento di crisi a chi viene sfrattato o ha problemi a trovare una sistemazione. Ospitiamo l'associazione “Ora e Veglia”, una stanza sarà a disposizione del movimento degli studenti. A chi vuole accedere chiediamo di fare la tessera con un’offerta libera, nella speranza che questa diventi una sorta di nuova Casa del Popolo». (sa.m.)













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