Bressan: «I legami vanno oltre la morte No ai riti macabri»

Dall’arcivescovo una critica alla moda di Halloween e un messaggio di speranza: «Ci attende la pienezza»



TRENTO. Un messaggio di speranza guardando alla vita che aspetta i fedeli dopo la morte. E un invito a non cedere alla moda di «riti macabri» come Halloween. L’omelia dell’arcivescovo Luigi Bressan, nella messa celebrata ieri alle 14.30 al cimitero di Trento, ha affrontato temi diversi ma per molti aspetti connessi. «Sembrerà strano innalzare in un cimitero, in mezzo a tante tombe, un inno di lode per chi è in cielo», ha detto monsignor Bressan. «Tuttavia, la fede ci dice che con la morte la vita “non è tolta ma trasformata” e che se ci siamo impegnati su questa terra a costruire il regno di Dio entreremo nel suo regno di gloria. Questa nostra fiducia non ci esenta dal partecipare al dolore per ogni separazione visiva e per le lacune che la scomparsa delle persone care provoca; esige anzi impegno particolare di solidarietà verso chi soffre e di riconoscenza verso chi ha tanto operato per noi». I defunti devono restare un punto di riferimento: «È infatti contrario alla tradizione cristiana il voler ignorare i morti, quasi non si fossero sacrificati per noi e non fossero ancora, in ogni caso, nostri fratelli o sorelle. La parola di Dio, al contrario, ci porta a considerare il mondo come una grande famiglia, i legami vanno anche oltre la tomba».

Poi la critica nei confronti di coloro che «cercano di annebbiare il tutto con mode macabre o con presunte forze vitali da evocare con medium o oscure ritualità». Tutto ciò - ha aggiunto l’arcivescovo - non è che un fuggire dalla realtà, senza darvi risposta vera: una illusione vuota di contenuti e deleteria per il futuro, quando invece Luce ci è offerta dal Dio dei vivi, e non dal demonio delle tenebre».

Da Bressan è venuto anche un richiamo alla dignità dell’uomo: «Tutta la migliore tradizione umanistica europea ha potuto far sviluppare la società basandosi su questa tesi. Ora, sembra si stia perdendo la scala dei valori, tanto che la vita umana non è più collocata al primo posto sia per quanto riguarda la nascita che la vecchiaia, l’invalidità e le scelte economiche».

La vita è presentata dalla Bibbia «come un cammino e una missione». E il Vangelo dà alla morte un significato di speranza: «La fede cristiana ci dice che dopo la morte non soltanto ci attende una sopravvivenza, come fondamentalmente ritengono tutte le culture del mondo, ma una pienezza di vita, senza lutti né ombre, un amore avvolgente di comunione, una gioia senza velature di tristezza».

«Con la loro testimonianza - ha concluso l’arcivescovo - i santi ci incoraggiano a saper andare anche contro corrente, ma nella fede che Cristo non delude».(l.m.)













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