CAPODANNO

Botti vietati in quasi tutti i Comuni

Dopo l’ordinanza del presidente Rossi il divieto è stato «copiato» da 92 municipi. Trento «invita» alla moderazione



TRENTO. Se qualcuno vuole trascorrere il passaggio dal 2016 al 2017 facendo esplodere petardi o fuochi d’artificio e lanciando verso il cielo lanterne cinesi, avrà vita dura. Dopo l’ordinanza del presidente della Provincia Rossi che vieta il divieto di botti e quant’altro al di fuori dei centri abitati, sono arrivate quelle dei sindaci per «copiare» lo stesso divieto all’interno dei centri abitati. 92 le ordinanze urgenti che sono state pubblicate sull’albo telematico del consorzio dei Comuni con decisioni che arrivano da tutto il territorio. Fra chi non ha firmato il divieto, il sindaco di Trento e quello di Rovereto. Con il primo che invita alla moderazione. «Per i festeggiamenti di Capodanno l'amministrazione comunale - si legge - raccomanda un utilizzo contenuto di petardi e fuochi d'artificio. Sia per rispetto verso le altre persone che stanno festeggiando sia verso gli animali che, è noto, possono essere profondamente turbati dai forti rumori delle esplosioni». Divieto che invece c’è a Riva ma con delle limitazioni territoriali. Di fatto il centro è «salvo».

Le ragioni del divieto? In primo luogo, «la situazione di eccezionale siccità nei boschi e nei pascoli». E poi «la presenza nel periodo di fine anno di numerosi turisti anche nelle zone esterne ai centri abitati. Petardi e fuochi d’artificio potrebbero quindi incidere sulla sicurezza dei cittadini e degli animali domestici e selvatici, causando pericoli e ingenti danni». Fra i comuni che hanno deciso per il «divieto assoluto d’accensione e lancio di fuochi d’artificio, di sparo di petardi, di scoppio di mortaretti, razzi ed altri materiali pirotecnici» ci sono molti della val di Fiemme (fra cui Castello Molina, Tesero, Ziano, Cavalese, Predazzo), di Fassa e Primiero e (con Soraga, Pozza e Vigo, Mazzin, Canazei, San Martino, Mezzano), Non e Sole (Amblar-Don, Cloz, Sanzeno, Dimaro-Folgarida, Corviana, Caldes, Ruffrè Mendola, Malè, Alta Anaunia), piana Rotaliana, Valle dei Laghi, Paganella (Madruzzo, Andalo, Mezzocorona, Fai, San Michele), lValsugana (Telve, Tenna, Vignola Falesina, Palù, Novaledo), Giudicarie e Rendena (Caderzone,Pelugo Spazzo e Porte Rendena. Comano, Storo. Borgo Chiese) e Vallagarina (Avio, Calliano, Mori, Ronzo, Nomi). Le sanzioni? Variabili. Si va da una previsione che va dai 35 ai 350 euro a quella che varia dai 100 ai 600. E variabile anche la durata del divieto. Chi la limita alla notte dell’ultimo dell’anno e chi alle condizioni meteo, richiedendo un manto nevoso di almeno 20 centimetri per permettere i fuochi. (m.d.)













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