Boom dell'evasione fiscale in Trentino

Artigiani, commercianti e professionisti: la Finanza ne scopre 130 «totali»


Ubaldo Cordellini


TRENTO. Una zavorra da 200 miliardi di euro. L'evasione fiscale è un peso che rischia di affondare il paese e il Trentino fa la sua parte. Lo dimostrano i dati della Guardia di Finanza che nei primi dieci mesi del 2011 ha scoperto redditi non dichiarati per 230 milioni di euro e Iva evasa per altri 30 milioni di euro. Sono stati scoperti 130 evasori totali, ovvero sconosciuti al fisco. Dati che mostrano come anche nel virtuoso Trentino l'evasione fiscale sia all'ordine del giorno. C'è da tener conto, poi, che oltre alle inchieste e alle verifiche delle Fiamme gialle ci sono anche gli accertamenti svolti dall'Agenzia delle entrate.

L'anno scorso, l'Agenzia ha inviato 6.883 avvisi contestando un'evasione di 125 milioni di euro. La cifra è pari quasi al doppio di quella accertata nel 2009, che era di 75 milioni di euro. Una tendenza che viene confermata dai dati della Finanza relativi al periodo che va dall'1 gennaio al 30 ottobre 2011. Le Fiamme gialle hanno scoperto redditi non dichiarati per 230 milioni di euro. Gli evasori totali scoperti in Trentino sono stati 130. In una situazione di grave crisi economica, l'evasione si trasforma in una sorta di furto ai danni di chi non può o non vuole evadere. Il governo ha anche provato a combattere il fenomeno con una serie di spot televisivi che, però, non hanno sortito un grande effetto.

In attesa che il nuovo esecutivo Monti adotti altre misure, si fa un gran parlare del divieto di pagare in contanti sopra i 500 euro, la Finanza sta svolgendo un'enorme mole di controlli e verifiche. Oltre ai 230 milioni di evasione dell'Irpef, la Finanza ha anche scovato Iva dovuta e non versata per 30 milioni di euro. Di conseguenza sono stati individuati 130 evasori totali e paratotali. Si tratta soprattutto di artigiani come imbianchini, piastrellisti o muratori che lavorano senza far fattura oppure fatturando una cifra di molto inferiore a quella reale.

In alcuni casi, le modalità usate sono state molto grossolane. Qualcuno ha anche distrutto il libro delle fatture nella speranza che il cliente non scaricasse l'uscita. Ma oltre agli artigiani sono stati scoperti anche commercianti di autovetture che non pagavano l'Iva attraverso una sorta di finta triangolazione con l'estero. In molti casi, l'attività dell'evasore ha costituito reato penale.

Per questo gli uomini del Comando provinciale della Finanza hanno denunciato alla magistratura 97 per reati di emissione o utilizzo di fatture false, omessa o infedele dichiarazione e dichiarazione fraudolenta. L'attività di controllo della Finanza, però, si sta intensificando. In questi mesi c'è anche un'attenzione particolare ai liberi professionisti. Le verifiche, pur diminuendo di numero, sono più mirate e riescono a far emergere un'evasione maggiore.













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