l'ordigno

Bomba di Rovereto: Centro di accoglienza, prenotazioni flop

Meno di 200 persone ne hanno fatto richiesta. L’appello del Comune di Rovereto ai cittadini: «Fate in fretta, lunedì scadono i termini»


di Giuliano Lott


ROVERETO. L’estate di San Martino sta rendendo più agevoli le manovre dei militari del 2° Reggimento Genio Guastatori di Trento, che stanno erigendo una “fortificazione” alta sette metri attorno al luogo in cui è stata dissotterrata la bomba d’aereo americana da 1.100 libbre (500 chili) per mettere in sicurezza la città dal rischio di esplosioni incontrollate.

Ma gli aspetti di un’operazione così complessa, che prevede l’evacuazione di circa 6 mila roveretani e 2 mila iserotti, sono tanti, e ce n’è uno che sta dando qualche grattacapo alla Protezione civile: le prenotazioni per soggiornare al centro d’accoglienza organizzato per gli sfollati alle scuole medie Negrelli di corso Bettini sono poche. Meno di duecento le richieste arrivate al numero che il Comune ha dedicato al servizio (lo ricordiamo: 0464/452555, mentre quello per i residenti di Isera è 0464/433792).

«Abbiamo calcolato - spiega Pino Bertolini, capoufficio della Protezione civile in Comune - che le persone che possono esprimere questa necessità siano circa 1.500. Noi siamo dimensionati ad accoglirerne fino a 2 mila, anche se, come accade sempre in queste situazioni, molti preferiscono approfittare dell’occasione per una visita ai parenti, o per una gita fuori porta, evitando così il trambusto della domenica.

In generale, basandoci sulle passate esperienze, l’affluenza reale si aggira attorno alla metà della cifra stimata, in questo caso circa 700 persone. Ma siamo a ridosso dei termini per la chiusura delle prenotazioni, che scadono domani, e i numeri sono così esigui da farci pensare che forse il messaggio non è stato ben compreso dalla popolazione».

Da qui l’appello che Bertolini, a nome del Comune, rivolge alla cittadinanza: «Prenotatevi per tempo, entro domani. È una necessità anche per noi conoscere il numero indicativo delle persone ospitate, perché all’Arcivescovile, che ha messo a disposizione le cucine, saranno operativi i Nuvola. Per loro è fondamentale sapere se preparare 200 pasti o 700».

Intanto in Comune si lavora anche alla predisposizione dei parcheggi che dovranno ospitare le automobili dei residenti della “zona rossa”: già sicuro il piazzale dello stadio Quercia, appena asfaltato, che garantisce tra i 200 e i 300 posti, si sta valutando di sfruttare il parcheggio di via Baratieri e se necessario anche il parcheggio del liceo Rosmini, che offre un utile polmone di una cinquantina di posti auto.

All’inizio della settimana verrà emessa l’ordinanza che definirà nel dettaglio quali parcheggi si possono utilizzare. Va detto che i residenti della “zona rossa” possono comunque utilizzare box auto e garage interrati. Nel raggio di 900 metri dal luogo della bomba è infatti vietata solo la sosta “a raso”, cioè con l’auto “scoperta” sui cinque lati (i quattro canonici più quello superiore).

Sono state definite anche le collocazioni per il punto di pronto intervento sanitario: il personale del 118 si posizionerà negli spogliatoi dello stadio Quercia, lasciando così libera la parte del parcheggio che era stata destinata in origine. I vigili del fuoco di pronto intervento invece occuperanno la piazzola di sosta davanti allo stadio.

Qualche preoccupazione c’è invece per i “renitenti”, cioè quelli (pochi, per fortuna) che di lasciare le proprie abitazioni nella “zona rossa” non ne vogliono proprio sapere e sono pronti a offrire “resistenza passiva”, ovvero a barricarsi in casa e fare finta di nulla in attesa che squilli la sirena di fine operazioni.

«Va ricordato - li avvisa Pino Bertolini - che chi non lascia la casa commette un reato penale e dovrà risponderne davanti a un giudice». A tutelare i cittadini da eventuali atti di sciacallaggio ci penseranno le pattuglie di polizia e carabinieri, che gireranno nella “zona rossa” fino a disinnesco avvenuto.













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