Bomba carta ad Ala contro la sede della Lega 

L’esplosione nella notte. Indagano i carabinieri, finora nessun indagato La visita di Salvini: «Sono stati gli anarchici, ma non ci fermeranno»



ALA. L’esplosione si è sentita in tutto il centro storico di Ala, silenziosissimo attorno alle 2 del mattino di ieri. Davanti all’ingresso della sede della Lega, nella centralissima via Nuova, è scoppiato un ordigno che ha mandato in mille pezzi la vetrata, svegliando di soprassalto i residenti. Che si tratti di un attentato di matrice politica è fuori di dubbio, dato che proprio nella giornata di ieri era atteso nella sede della Lega il ministro degli interni Matteo Salvini. E vergata con lo spray nero, proprio davanti alla vetrata mandata in frantumi c’era la scritta “Ancora fischia il vento”, che per molti significa poco o nulla, ma i più navigati vi possono riconoscere uno slogan di antica data: “Fascista attento, ancora fischia il vento”, che a sua volta cita una celebre canone partigiana, “Fischia il vento”, scritta nel 1943 dal bolognese Felice Cascione, medico e partigiano (sarebbe morto l’anno seguente nel corso di una sparatoria con i tedeschi, e la sua figura diventò leggendaria, tanto che persino Camilo Guevara March, il figlio del “Che” Guevara, arrivò da Cuba per rendergli omaggio) sulla famosa aria russa di Katjusha. L’esplosione e la scritta, fatte reagire assieme, hanno pertanto l’aspetto di un atto intimidatorio, per quanto non ascrivibile in maniera univoca a un gruppo preciso ma a un generico antifascismo che vede in Salvini un bersaglio. «La deflagrazione è stata sentita anche molto distante da via Nuova - spiega Vanessa Cattoi, deputata alense della Lega alla Camera -. Ci hanno avvisato dell’accaduto e siamo arrivati in sede, trovando la vetrina in frantumi, con tutti i cocci sparsi all’interno della sala. Se pensano di intimidirci in questo modo si sbagliano. Noi non siamo abituati a spiegarci con la violenza, ma con il dialogo, e continueremo per questa strada. Per fortuna a quell’ora non c’era nessuno né in sede né per strada».

Sul momento, si è sparsa la voce di due responsabili dell’attentato che sarebbero stati fermati e denunciati dalle forze dell’ordine. Se ne rallegrano con note ufficiali prima il presidente della Provincia Ugo Rossi, sia il leghista Mirko Bisesti, salvo poi ritrattare: nessun fermato, assicurano i carabinieri. I quali stanno invece effettuando una serie di verifiche: tecniche, innanzi tutto, per capire che genere di esplosivo sia stato usato, ma anche di normale prassi investigativa, come l’acquisizione delle immagini delle telecamere che puntano su via Nuova e l’audizione di persone che possono aver visto o sentito qualcosa di rilevo per le indagini. «Noi abbiamo fiducia nelle forze dell’ordine - assicura la deputata Cattoi - che a quanto ci risulta sarebbero già su una buona pista».

Sul materiale esplosivo, si ritiene - per le caratteristiche riscontrate davanti alla sede della Lega in via Nuova nel corso dei primi sopralluoghi - che si possa trattare di un grosso petardo, o forse più petardi collegati tra loro fino ad ottenere una forza d’urto considerevole, quanto basta per abbattere la vetrata. Ma per avere risposte definitive servono le relazioni dei pompieri e dei periti balistici.

La solidarietà al partito del Carroccio arriva prima di tutto dal sindaco Claudio Soini: proprio lui che aveva battuto nel 2015 la Cattoi alle comunali esprime «solidarietà e vicinanza» alla Lega. «A prescindere dai colori politici - prosegue il sindaco - si deve stigmatizzare la violenza in ogni sua forma. In democrazia deve sempre prevalere il dialogo. La mia città - conclude Soini - non è abituata a episodi simili, quindi c’è tanta amarezza per quanto è accaduto».

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