Bimbi obesi, la colpa è dei genitori

Dati confortanti in Trentino (sovrappeso 1 su 5). L’istruzione di papà e mamma determinante per la salute dei figli


di Matteo Ciangherotti


TRENTO. I bambini trentini sono più in salute che i loro coetanei italiani. Trentino Alto Adige, Lombardia e Val d’Aosta hanno, infatti, un tasso di «eccesso ponderale» (casi di sovrappeso e obesità) tra i più bassi nell’intero Paese. In provincia di Trento un bambino ogni cinque presenta un eccesso di peso; in particolare il 16% si trova in una condizione di sovrappeso e il 5% è obeso, a fronte di un valore medio nazionale del 22% per sovrappeso e dell’11% per obesità. Più si scende verso sud e più i casi di obesità e sovrappeso in età pediatrica aumentano, fedeli a quella concezione culturale (smentita scientificamente ma ancora salda in certe abitudini comportamentali) per cui un bambino sano deve essere in carne. Ma se, almeno in Trentino, non vi è un evidente problema sanitario legato all’alimentazione e allo stile di vita tra i bambini, a preoccupare maggiormente sono gli adulti. Esiste, infatti, un’associazione evidente tra livello d’istruzione dei genitori e stato nutrizionale dei figli, e un forte legame tra il peso dei bambini e quello dei loro genitori. I figli di genitori obesi hanno, cioè, una maggiore probabilità di essere anch’essi obesi.

Il quadro emerge dal rapporto «OKkio alla Salute» i cui risultati dell’indagine 2012 in provincia di Trento sono stati presentati ieri mattina nella Sala Stampa della Provincia. «I dati dell’osservatorio sono particolarmente accurati, ha spiegato l’assessore alla salute Donata Borgonovo Re, e riguardano tre distinte raccolte intercorse tra il 2008 e il 2012.

L’indagine si rivela particolarmente utile per i decisori politici, per stabilire la correttezza degli interventi attuati e, in caso contrario, agire di conseguenza». E dove si dovrebbe e si potrebbe agire è lo stesso rapporto a indicarlo. Innanzitutto sulla percezione dei genitori. Infatti, il 41% dei bambini in sovrappeso e il 6% dei bambini obesi hanno la madre che ritiene che il loro peso sia normale; una percentuale che cresce, rispettivamente al 72% e al 55%, nel caso in cui la madre ritenga che mangino il giusto. Infine, il 57% dei bambini non attivi fisicamente ha la madre che pensa che il proprio figlio, invece, svolga una sufficiente attività fisica (il 18% addirittura in quantità elevata).

Si parla di madri, perché sono esse, nella maggior parte dei casi, a rispondere al questionario somministrato ai genitori (che si aggiunge a quello proposto ai bambini tra gli 8 e i 9 anni). Non va meglio, però, se guardiamo alla parte maschile della famiglia. Dai dati autoriferiti dai genitori emerge, infatti, che il 42% dei padri (quasi 1 su 2) si trova in una condizione di sovrappeso. Un’indicazione non certo positiva, sia per la salute del genitore stesso, sia per la percezione che questa situazione si rifletta poi sulle abitudini del bambino. Quando, infatti, almeno uno dei genitori è in sovrappeso, il 17% dei bambini risulta in sovrappeso e quando almeno un genitore è obeso, il 18% dei bambini è in sovrappeso e il 16% obeso.

Oltre allo stretto rapporto che intercorre tra genitori e figli, gli ambiti sui quali intervenire riguardano soprattutto il mondo della scuola. Qui è possibile un miglioramento nella distribuzione ai bambini di frutta, latte o yogurt nel corso della giornata, poiché tale attività è presente soltanto nel 51% delle scuole. Miglioramento che dovrebbe riguardare anche l’attività motoria curriculare, in quanto solo il 69% delle scuole svolge le due ore settimanali previste, quando i valori desiderabili si avvicinano al 100%.













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