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Bilancio della Provincia, persi altri 200 milioni: in arrivo un'altra mazzata sui Comuni

Nel 2016 i sindaci dovranno tagliare altri 9 milioni di euro. Calano gli investimenti, fermi a 94 milioni. Fondo di solidarietà, conteranno anche i profitti


di Chiara Bert


TRENTO. Sui conti pesano le incognite delle scelte che il governo farà con la legge di stabilità, attesa per oggi. Ma al netto delle decisioni nazionali, già oggi il bilancio della Provincia per il 2016 segna un calo delle risorse disponibili del 4,7% rispetto al 2015: significa che su un bilancio di 4,4 miliardi di euro (erano 4,5 miliardi nel 2014) la riduzione sarà di circa 200 milioni, e questo nonostante un segnale positivo del Pil previsto al +1,3%.

La contrazione delle risorse di Piazza Dante si traduce, con effetto a cascata, in nuovi pesanti sacrifici per i Comuni, a cui ieri l’assessore Carlo Daldoss ha presentato in Consiglio delle autonomie la bozza del protocollo di finanza locale per il prossimo anno. «Un protocollo impegnativo, non lo nascondo», ha ammesso l’assessore parlando ai sindaci. La parola d’ordine resta la stessa: tagli.

I sacrifici. I tagli per i Comuni aumentano di 9,1 milioni di euro (da 117 a 126,1) per effetto del patto finanziario siglato dalla Provincia con lo Stato che per il 2016 impone al Trentino di versare a Roma 126,1 milioni, di cui 73,3 milioni di accantonamenti per il sovragettito Imu e 52,8 milioni di riserve all’erario relative al gettito tributario sui fabbricati produttivi.

Fondo perequativo. Subirà su una sforbiciata di 5,3 milioni (come da accordi del precedente protocollo), oltre ai 126 milioni di accantonamenti da garantire allo Stato. La Provincia si accolla come da impegni il 50% dell’estinzione anticipata dei mutui (3,1 milioni), mentre l’altra metà sarà a carico dei Comuni. Il fondo di solidarietà tra Comuni per sostenere i più deboli finanziariamente - ha spiegato Daldoss - dovrà in futuro tenere conto non solo della maggior capacità tributaria ma anche dei profitti patrimoniali dei Comuni (dividendi, entrate degli affitti), un tesoretto che per il 2015 è stato calcolato in circa 60 milioni. Un segnale si è già avuto con la ripartizione dei tagli di 6,1 milioni del fondo 2015 che in minima parte penalizzeranno i Comuni con profitti pro capite superiori allo standard. Il sindaco di Rovereto, Francesco Valduga, ha obiettato che «non può passare il principio che se hai fatto operazioni virtuose, invece di essere premiato vieni penalizzato», ma Daldoss ha insistito: «Ci sono entrate che oggi non vengono soppesate, se è un fondo perequativo deve aiutare chi non ha la fortuna, per esempio, di partecipare agli utili di Dolomiti Energia».

Investimenti: 94 milioni. Lontanissima la legislatura 2008-2013 - ha ricordato Daldoss - quando gli investimenti realizzati dai Comunifurono di 1 miliardo di euro. In questa legislatura si scenderà di molto, praticamente si dimezzeranno: i finanziamenti per i quali la Provincia ha disposto la decadenza ammontano a 103, 5 milioni e le risorse garantite per il 2016 sono 94 milioni, destinati per il 70% al budget delle Comunità di valle (con i Comuni chiamati a condividere le opere strategiche) e per il 30% ai Comuni. «Non è una grandissima cifra - ha ammesso l’assessore - ma è una base che deve consentirci di arrivare al 2018, quando per effetto del patto finanziario con lo Stato sarà azzerato il patto di stabilità».

Patto di stabilità. È il divieto di spesa per i Comuni, che per rispettare gli obblighi di bilancio dello Stato, non possono spendere quello che hanno in cassa. Un segnale da Renzi, che ha annunciato un allentamento per gli investimenti su scuole, strade e marciapiedi, la Provincia lo attende già dalla legge di stabilità. Intanto l'obiettivo di comparto per il 2016 dei Comuni (calcolato applicando alla media della spesa corrente 2010-2012), passa da 33 a 24 milioni (nel conteggio non sono stati inclusi i nuovi Comuni istituiti per fusione nel 2015 e nel 2016). Una cifra che peserà in modo differenziato da Comune a Comune, ha avvertito Daldoss, a a seconda di chi ha gestito con serietà i bilanci eliminando i residui.

La manovra fiscale. L’assessore ha contestualizzato le richieste ai Comuni dentro il quadro della manovra finanziaria provinciale. E sul fisco ha spiegato: «L’obiettivo è ripartire i 160 milioni di sgravi alle imprese del 2015 rimodulandoli di più sulle aziende medio piccole, artigiani e albergatori. Molto però dipenderà dalle scelte del governo, dagli sconti Irap sugli impianti imbullonati, che aiutano le grandi imprese, agli investimenti in detrazione sull’Ires. Tutte scelte che comporteranno un minor gettito non solo per lo Stato ma anche per la Provincia». Quanto all’Imis sulla prima casa, Daldoss ha confermato che la Provincia non la abolirà per tutti ma aumenterà la soglia di esenzione favorendo chi ha rendite catastali più basse.













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