Biblioteca e hotel ecco gli ultimi segreti

Una piazza coperta, specchi d’acqua. E suite con vista parco


di Chiara Bert


TRENTO. Fuori uno specchio d’acqua, dentro una piazza coperta con un pavimento in legno di bambù. E una facciata in vetro all’entrata, a fare da contraltare al Muse: i due templi del sapere e della cultura che dialogano e racchiudono il quartiere.

Alle Albere prende forma la nuova biblioteca disegnata da Renzo Piano, che all’ultimo ha preso il posto del «libro aperto» che un’altra archistar, Mario Botta, aveva progettato su piazzale Sanseverino. Un investimento da 43 milioni di euro, il progetto con relativo budget di spesa ha ottenuto lunedì il via libera del comitato tecnico provinciale: ora la palla torna allo studio Piano, a Genova, che lavorerà al progetto esecutivo. Il cantiere, appaltato a un’Ati guidata dalla Colombo Costruzioni, è fermo, blocco deciso 8 mesi fa, quando prese corpo l’idea di rinunciare alla collocazione di Sanseverino, trasformando in biblioteca d’ateneo quello che era stato pensato come centro congressi: il conto finale è cresciuto di 10 milioni, compensato però dal risparmio sul progetto Botta. Piano ha dovuto ripensare gli spazi. Ma si è dovuto lavorare anche sulle fondazioni, per un centro congressi il sovraccarico accidentale è di 300 chili per metro quadrato, per una biblioteca - con il peso di centinaia di migliaia di libri e delle persone che ospiterà ogni giorno - il sovraccarico raddoppia. Per ora la biblioteca va immaginata, oltre i ponteggi e l’involucro di cemento che la conterrà: «Quattro piani, più due interrati, uno destinato a sala lettura e archivio, l’altro a parcheggio», ci spiega l’ingegner Riccardo Giovanelli, direttore operativo strutture che lavora per la Iure, la società che si occupa del controllo di costi, tempi e organizzazione del cantiere, mentre ci accompagna alla scoperta di quel che resta da costruire del nuovo quartiere.

La biblioteca, appunto, che salvo intoppi potrebbe essere pronta nei primi mesi del 2016 e, a pochi passi di distanza, verso ovest, un albergo. Sarà un hotel 4 stelle superior, della catena spagnola NH, albergo di alto livello, pensato sia per una clientela business - soprattutto durante la settimana - che per i turisti e le famiglie durante i fine settimana e nei periodi di maggiore afflusso. Con 98 camere, sarà uno dei più grandi della città: investimento da 20 milioni, inaugurazione prevista nella primavera del 2015. Lo sta costruendo un’azienda trentina, la Sandrini costruzioni: siamo in fase di finitura, il 70% del lavoro è alle spalle. Si vede già la facciata con le vetrate, si vedono le scale in legno: gli scuri saranno verdi, lo stesso verde delle case, il famoso “verde Osaka” che Renzo Piano ha utilizzato per il «suo» aeroporto in Giappone.

Saliamo all’ultimo piano: qui troveranno posto le suites, con affaccio sul parco, la grande distesa d’erba dove oggi dominano le statue dello scultore di Levico Bruno Lucchi, un artista che espone sulle navi della Costa Crociere ma che questa volta le ha proposte per Le Albere, trasformandole in un grande museo a cielo aperto.

Le suite sono una delle richieste avanzate da NH alla Castello sgr: il quarto piano è stato riservato alle stanze più grandi e di pregio. Gli spagnoli hanno anche chiesto di realizzare delle camere comunicanti, pensate per le famiglie, e alcune particolari rifiniture per i bagni. Nel progetto iniziale, l’albergo doveva comunicare con il centro congressi attraverso delle passerelle. Ora che al posto del centro congressi si sta costruendo una biblioteca, il collegamento è stato sostanzialmente eliminato. Eccezion fatta per il bar dell’hotel, al piano terra, che potrebbe essere funzionale anche alla vicina biblioteca e dunque comunicherà con l’edificio attiguo.

Bisogna salire fino in cima, il più in alto possibile, per vedere davvero questo nuovo pezzo di città che ancora sta crescendo tra il fiume e la ferrovia. È solo lì, guardando dall’alto, che si vede ciò che ancora manca. A sud, verso via Monte Baldo, c’è una spianata ancora piena di container: la concessione edilizia prevede un ultimo blocco, un edificio destinato a negozi e uffici. Difficile pensare che venga realizzato in tempi brevi: ad oggi, considerando gli spazi commerciali venduti e affittati, il 70% è ancora vuoto. La crisi pesa, così come per le case, dove gli appartamenti venduti non superano la trentina, il 10% del totale. Per questo le palazzine a sud sono rimaste al grezzo: saranno completate quando ci saranno degli acquirenti. Per ora ci sono gli involucri, uguali ai palazzi già completati: con il legno di larice, che invecchiando si ossida e diventa grigio, come le baite dell’Alto Adige, e con tutti i dettagli delle facciate - dalle luci alle tende - decisi dallo studio Piano. Sugli esterni non sono ammessi cambiamenti, mentre sugli arredi interni chi acquista ha ampi margini di scelta.

Più in là, verso ovest, i capannoni degli ex Monopoli di Stato: in passato si parlò di farne un polo scolastico, ma l’idea sembra abbondantemente superata e di scuole si parla ora per altre aree della città, a partire dall’ex Italcementi. Eppure anche alle Albere, quando un giorno saranno un quartiere finalmente pulsante, ci sarà bisogno di scuole. Ma questo è il futuro. Oltre il presente dei cantieri .

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