«Basta tangenti, più solidarietà»

Giovedì Santo, da Bressan anche un attacco al gioco d'azzardo


Luca Marognoli


TRENTO. Un invito al rinnovamento etico «di fronte ad abusi, tangenti e mazzette» rivolto alla comunità dei fedeli nella messa serale "In Cena Domini" (culminata nella lavanda rituale dei piedi); un richiamo a non percorrere «strade solitarie» abbandonando la «tronfia pretesa di essere dei genii isolati dell'arte pastorale» ai sacerdoti riuniti al mattino nella "Missa Chrismatis". Ma dalle parole dell'arcivescovo Luigi Bressan, ieri impegnato nelle celebrazioni del Giovedì Santo, è venuto anche un riferimento alle tante difficoltà derivanti dalla crisi, come quelle degli imprenditori «costretti a chiudere, e non per colpa loro, aziende prima floride». Imprenditori citati in entrambe le omelie, forse anche per il dolore e lo sconcerto suscitato dalla vicenda del 39enne fiemmese toltosi la vita sull'Autobrennero perché non riusciva a pagare i debiti.

Monsignor Bressan ha citato poi la piaga del gioco d'azzardo, prodotto dalla «cultura che esalta il successo facile», nell'ultimo periodo al centro di un approfondito dibattito alimentato anche dal "manifesto" del Trentino.

Ai religiosi una richiesta particolare: quella di «andare verso tutti», rivolgendosi «anche ai mondi non ecclesiali» per fare «carità materiale ed evangelizzazione». Tutto ciò - ha aggiunto - rispondendo «all'appello rivoltoci da numerosi immigrati che ci hanno raggiunto nei due decenni trascorsi, portandoci aiuto, ma ricercando anch'essi qualità di vita ed anzi la salvezza piena». Con loro una mano va tesa ai giovani precari in continua ricerca di un lavoro stabile e agli adulti che lo perdono.













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