Bancomat clonati, tre in manette

Avevano sabotato gli sportelli di via Travai e via Sordo. Ricercato un quarto uomo


Paolo Tagliente


TRENTO. Scaltri, rapidi, ben organizzati. Ma siccome il diavolo fa le pentole e non i coperchi, anche loro hanno commeso degli errori che hanno permesso a carabinieri e polizia di identificarli. «Loro» sono tre bulgari "clonatori" di bancomat, finiti in manette nei giorni scorsi.

Ad illustrare i risultati dell'operazione, ieri, sono stati il maggiore Giacomo Campus, comandante della Compagnia carabinieri di Trento, insieme a Renzo Ferrai e Marco Ganganelli, rispettivamente ispettore capo e sovrintendente della Polizia Postale del capoluogo. Operazione che ha visto gli uomini dell'Arma e gli specialisti della Polizia lavorare in stretta collaborazione, dopo aver dato il via alle indagini da fronti diversi.

Si erano mossi a maggio, i primi dopo che un utente aveva segnalato delle anomalie nello sportello della Cassa Rurale di via Travai (colpito anche lo sportello di via don Sordo). Il sopralluogo aveva dato esito positivo: sullo sportello era stato posizionato uno skimmer - un'apparecchiatura in grado di leggere i dati delle carte magnetiche e di filmare i codici segreti - e gli uomini della Benemerita, in un primo momento, s'erano appostati in zona, in attesa che qualcuno venisse a ritirarlo. Cosa che non era accaduta e così lo skimmer era stato prelevato ed esaminato in caserma.

Ed ecco l'errore dei furfanti: la mini telecamera aveva immortalato le mani dell'uomo che lo stava installando e anche parte della carta bancomat usata per controllare che tutto funzionasse a dovere.

Un militare dal notevole colpo d'occhio s'è accorto che per un istante era stato inquadrato il nome del titolare della carta stessa. Bloccato e ingrandito il frame è comparso il nome di Emil Yonkov, bulgaro di 35 anni. Le ricerche subito scattate in città hanno portato all'Ostello della Gioventù, dove è risultato che Yonkov avesse passato la notte insieme ad un altro bulgaro, Bosev Kasimir Ivanov, 40 anni. I due se n'erano andati, ma i carabinieri non si sono certo arresi e hanno inserito i dati dei due nel database delle forze dell'ordine, specificando perché erano ricercati. E il giorno dopo, l'8 giugno, la Polizia di Bologna ha fermato i bulgari, perquisito la loro casa, sequestrato apparecchiature per le clonazioni e arrestato i due.

I militari non sapevano ancora che sullo stesso fronte stavano lavorando gli specialisti della Postale, allertati dalla Cassa Centrale e dalle Casse Rurali che avevano rilevato dei prelievi anomali in Sudamerica. Subito erano scattati controlli mirati e i filmati acquisiti dalle telecamere delle banche avevano consentito di individuare il momento preciso in cui venivano piazzati gli skimmer. Oltre ai due uomini arrestati a Bologna, ne erano stati identificati altri due: Igor Axentii, moldavo di 39 anni, residente a Trento, arrestato lunedì a Verona su ordine di custodia cautelare in carcere firmato dal procuratore Giuseppe De Benedetto, e un altro uomo che forse è riuscito a fuggire all'estero ed è attualmente ricercato.













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