Banca della Marca dice no a Trento

I soci preferiscono Iccrea a Ccb. Ma l’assemblea è spaccata e molti protestano: «Votazioni falsate. Per noi sarà il disastro»



SANTA LUCIA DI PIAVE. Banca della Marca, la prima Bcc della provincia e del Veneto, sceglie Iccrea di Roma anziché Ccb di Trento. Ma all'assemblea dei soci, presenti in mille, ieri a Santa Lucia di Piave, sono fioccate le contestazioni, attraversate da fischi e rimbrotti ad alta voce. Basti dire che un ex presidente moderato come Pietro Scarabellotto ha protestato dal microfono: «Non avete nessun rispetto dell'assemblea dei soci. Non è questo il modo di comportarsi. Sono deluso da una banca che ho servito per anni». E dalla platea il socio Edoardo Scarpis, sindaco di Colle Umberto: «Questa è una finta democrazia, perché finte sono le votazioni».

E' accaduto, infatti, che il voto non è stato segreto e che contrari ed astenuti dovevano dichiararsi, ma all'una la pazienza di fare la fila è saltata. E, tra l'altro, chi se n'era andato prima veniva conteggiato a favore. L'assemblea ha applaudito in una sola occasione, quando il presidente Claudio Sernagiotto (ratificato come consigliere insieme ad Ameriano Rasera) ha attaccato la Lega Nord, espressasi nei giorni precedenti a favore di Trento col presidente Luca Zaia ed il segretario Toni Da Re: «fuori la politica dalle banche». Il presidente, peraltro, non ha mancato di marcare la diversità dalle popolari in modo inequivocabile: «Veneto Banca ha devastato il nostro sistema economico ed io mi vergogno che sia una banca di questo territorio». A presentare la proposta di Iccrea è stato Giuseppe Maino (vicepresidente vicario).

La platea lo ha fischiato più volte, anche per la lunghezza dell'intervento, e lo ha costretto a chiudere, con mugugni di disapprovazione. Tra l'altro - ci si è chiesti in platea - perché solo la voce di Iccrea e non quella di CCB? «C'è un errore nel metodo. Non si invita solo una parte per sostenere una decisione già presa, quindi imposta» è stato chiosato. Il presidente Sernagiotto ha replicato agli interventi, ma è stato costretto a chiudere anticipatamente a causa dei brusii e dei fischi. Dopo un'interminabile sequenza di interventi, contro il cda e la scelta di Roma, ma soprattutto a favore di Trento, si è arrivati alla votazione. E a questo punto i malumori sono esplosi. Molti soci hanno messo in evidenza che si è cercato di protrarre la votazione affinchè la sala si svuotasse e rimanessero i fedelissimi del cda. In conclusione chi era contrario ad Iccrea doveva alzare la mano. Il colpo d'occhio è stato quello di una sala spaccata a metà. Le indiscrezioni dall'interno della Banca dicono che passerà Iccrea perchè il voto contrario prevede una registrazione ed il sistema delle deleghe è molto complesso. Tanto che numerosi soci hanno minacciato, delusi, di cambiare banca ritirando i risparmi. Una rappresentante dei lavoratori ha lanciato un appello dei dipendenti della Banca confermando che la base sta con Trento: «Rivedete questa decisione», ha protestato. «Dal punto di vista commerciale per noi è un disastro».













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