Autobus, il nuovo piano non parte

Congelato perché mancano soldi. E il Comune rischia di dover tagliare le corse


Chiara Bert


TRENTO. Bloccato. Congelato. Il nuovo piano autobus di Trento, che sarebbe dovuto scattare a settembre ma poi è slittato a gennaio 2012, resta fermo. Nessuno sa dire se partirà. Era stata battezzata «la rivoluzione a costo zero», ma ora le risorse per il trasporto pubblico rischiano di non coprire i costi e quindi rimettono tutto in forse. La prossima settimana vertice tra Comune e Provincia. Linee sdoppiate (come la 6 tra Sopramonte e Villazzano) per accorciare i tempi, tagli alle linee meno utilizzate e più corse nelle zone oggi meno servite, fusioni (come le linee 1 e 4) per creare un asse nord-sud con corse ogni 10 minuti: doveva essere un piano per rendere più efficiente il trasporto cittadino e rispondere alle nuove richieste degli utenti.

È servito un anno per studiare le soluzioni e condividerle con le circoscrizioni, ma tutto il lavoro fatto ora rischia seriamente di non vedere la luce. Per i cittadini sarebbe uno dei primi effetti concreti dei tagli. «Oggi non so dire se l'impianto che avevamo previsto potrà essere confermato», ammette il sindaco Alessandro Andreatta. «È chiaro che se le risorse che la Provincia metterà a disposizione per il trasporto restano ferme a quelle dell'anno scorso, e quindi di due anni fa, a fronte di un aumento dei costi della benzina questo ci mette in seria difficoltà».

Gli fa eco il dirigente della Mobilità Giuliano Stelzer: «Senza sapere quanti soldi avremo a disposizione non possiamo programmare nulla, quindi per ora il piano è congelato». E il direttore di Trentino Trasporti Giancarlo Crepaldi spiega: «Siamo in attesa che Provincia e Comune ci diano delle direttive in proposito. Noi il piano lo abbiamo preparato, il problema è che ora è bloccato a causa dei tagli alla spesa».

Provincia e Comune si sono già incontrati per analizzare la situazione. Un nuovo incontro con l'assessore ai trasporti Alberto Pacher è previsto la prossima settimana, dovrebbero partecipare sia il sindaco Andreatta che l'assessore alla mobilità Michelangelo Marchesi. Le scelte di palazzo Thun dipendono dall'ammontare delle risorse che piazza Dante metterà a disposizione sul capitolo trasporti. E infatti proprio la revisione di questi trasferimenti è la richiesta che il Comune aveva avanzato a inizio anno.Nel 2011 per il trasporto urbano palazzo Thun ha speso 17 milioni e mezzo di euro.

Se i trasferimenti della Provincia rimanessero gli stessi dell'anno scorso e di due anni fa (come ormai appare molto probabile), il Comune si ritroverebbe sotto di circa 800 mila euro. «Ci saranno dei sacrifici - avverte l'assessore Marchesi - ma anche in una fase di crisi è importante salvaguardare questo servizio. Il problema è dove recuperare le risorse, noi qualche ipotesi l'abbiamo fatta».

Si va dalla riduzione di alcune corse a eventuali aumenti di tariffa. Nel protocollo di finanza locale che Provincia e Comuni dovranno siglare entro fine mese la Provincia aveva inizialmente inserito un vincolo per i Comuni a non aumentare le tariffe e a non ridurre il servizio, prevedendo invece un «piano di efficientamento» da parte di Trentino Trasporti per contenere i costi. La posizione nelle ultime ore è già cambiata: nella bozza esaminata ieri dalla giunta delle autonomie è stata aggiunta la parola «contestualmente»: il piano di razionalizzazione della società insomma non precluderebbe interventi sul servizio e sulle tariffe. Per Trento potrebbe fare la differenza.













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