POLITICA

Attenti a Daldoss, vi sorprenderà

Ritratto di Carlo Daldoss, l’assessore esterno chiamato in giunta da Ugo Rossi


Paolo Mantovan


Sì, su Carlo Daldoss, l’assessore esterno chiamato in giunta da Ugo Rossi, vi metto fin da subito sull’attenti. E vi basti questo: alle elezioni comunali di Vermiglio nel 1990 (quando non esisteva l’elezione diretta del sindaco), la Dc aveva ottenuto 8 consiglieri su 15. Aveva la maggioranza da sola. Flavio Mosconi, nientepopodimento, era il sindaco uscente e aveva “racimolato” più di 500 preferenze (parliamo di un comune con meno di 2000 abitanti). Carlo Daldoss era stato eletto anche lui con la Dc, ma aveva raggranellato poco più di 200 preferenze. Carlo Daldoss era stato assessore di Mosconi nei cinque anni precedenti. Aveva 29 anni. Ebbene Daldoss spaccò la Dc in due (quattro da una parte e quattro dall’altra) si alleò con il Psi e il Patt (guidato in quel consiglio comunale nientemeno che da Luigi Panizza - che tre anni più tardi diventerà assessore provinciale all’istruzione) e costruì un’alleanza (risicatissima: 8 a 7) che gli permise di fare il sindaco. Cinque anni duri, tesi, ma anche cinque anni di grande energia per Daldoss. E dopo quei cinque duri anni ne seguirono altri quindici da sindaco. Con presidenza Apt della val di Sole, presenza nel cda Carosello Tonale, e nel cda dell’A22.

Ecco questo è Daldoss. Noi, tecnicamente, quella del 1990 potremmo definirla “manovra di aggiramento” con “atterramento” dell’avversario. Lui, invece, definisce quella manovra, la «prima maggioranza moderna del Trentino: siamo stati i precursori del centrosinistra autonomista. Ci pensi bene: un bel pezzo di Dc, il Psi e il Patt».

Ecco, vedete come vi gira la frittata? Ma Daldoss, mettetevelo in testa, è prima di tutto un solandro. Anzi, un solandro di Vermiglio, dove, dal Tonale scende anche un’aria un po’ lombarda. A dire il vero il Tonale si vede sullo sfondo dietro la sua villetta, nella parte residenziale, quella più nuova di Vermiglio, dove, a fianco, hanno casa anche i suoi fratelli. Una famiglia molto unita (soprattutto da quando, nel 1995, morirono, nel giro di due giorni, prima il papà e poi la mamma di Carlo: uno choc). Una famiglia che è una forza. Nella valle è stimata ma anche temuta: quando fratelli e sorelle si muovono insieme sono una potenza. Sono i «Saùle». Si, li chiamano così. Ogni gruppo famigliare a Vermiglio, ma anche in gran parte della val di Sole, ha un soprannome: quello dei Daldoss è «Saùle». Carlo è il numero uno dei «Saùle».

Perché è imprevedibile. A un certo punto, nel 2000, dopo dieci anni da sindaco, si mette un orecchino. A Vermiglio lo guardano stupefatti. Il sindaco che sul far dei quarant’anni si mette l’orecchino? «Volevo dare un segnale, che Carlo Daldoss era cambiato». È l’epoca in cui Daldoss cambia dentro, nasce un nuovo interesse interiore, prima un po’ confuso, poi col passar del tempo più preciso fino a che diventa un sentimento religioso che porta anche ad alcune visite a Medjugorje. Nel frattempo, un paio d’anni fa, Daldoss toglie l’orecchino. Non serve più. Ma gli anni tra il 2000 e il 2010 sono intensi dal punto di vista amministrativo, diventa anche presidente del Comprensorio e tiene rapporti sem. pre più stretti anche con la “centrale” dell’Autonomia, Trento.

Così oggi pomeriggio, quando entrerà per la prima volta negli uffici degli Enti locali in veste di assessore, non sarà la prima volta che vi entrerà. Lui la macchina della Provincia la conosce bene, anzi, benissimo. Ecco perché Rossi non ha avuto alcuna remora a nominarlo.

A proposito di Rossi. Come ha detto Daldoss questa è «una nomina piovuta dal cielo» (anche se lui, come avete già capito, non è piovuto dal cielo), ma i due hanno cominciato ad «annusarsi» solo negli ultimi anni. Daldoss partito giovanissimo in area sinistra Dc (in quegli anni in val di Sole c’era solo la sinistra Dc, figlia di Kessler), spalla a spalla con il più maturo Mosconi, costruì un ottimo rapporto anche con Tarcisio Grandi, e poi quando ci fu l’avvento della Margherita ci si ritrovò dentro quasi senza accorgersene. Era vicino a Dellai. Poi, nel 2008, l’Upt decise che in val di Sole per le provinciali si sarebbe affidata alla ricandidatura di Guido Ghirardini. Daldoss ci rimase male. E qualche settimana dopo lo trovarono nella lista dell’Udc. «Mi aveva chiamato Tarolli» si giustificò. Fu un’avventura brevissima. L’Udc non fu ammessa e anche Daldoss sembrò sparire. Ma non smise di tenere rapporti.

Ieri gli ha fatto i complimenti Denis Bertolini, l’ex leghista (ora Upt) che è l’attuale sindaco di Vermiglio. I due, a vederli così, sembrano vicini: Bertolini sindaco Upt e Daldoss assessore esterno della giunta di Rossi. Invece sono stati per decenni su posizioni diverse. Bertolini è stato il sindaco che ha voltato pagina rispetto all’epoca Daldoss. E pensare che erano stati a scuola insieme, alle elementari e anche alle medie, tutti e due del 1961. Daldoss, però, era il primo della classe. E ora è ritornato. Anzi, è sceso a Trento. Da dove Bertolini è risalito. Attenti a Daldoss.













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