Assenze, trentini dalla salute di ferro

In Provincia la media è di 9,9 giorni, ma Trentino trasporti «viaggia» sui 14


Robert Tosin


TRENTO. Autisti delle corriere, puericultrici e bidelli sono le figure professionali più cagionevoli tra i dipendenti pubblici provinciali. In media stanno a casa circa 14 giorni all'anno per malattia. I fisici più temprati e resistenti sono invece quelli dei chimici dell'azienda sanitaria: marcano visita per meno di un giorno. Più in generale, i dirigenti sono quelli che si ammalano meno. La trasparenza dei settori pubblici voluta dal ministro Brunetta (benché la sua legge ancora non si applichi in Trentino) offre per la prima volta anche uno spaccato dell'attività delle società pubbliche. Dopo aver fatto i conti in tasca a manager e direttori - va detto anche con qualche piccola delusione per i morbosi del soldo altrui, visto che gli scandali in Trentino sono molto relativi - ora la curiosità si concentra su altri dati della poderosa macchina della Provincia e delle società da essa controllate. E' curioso così soffermarsi sulla colonna che registra le assenze per malattia dei dipendenti provinciali o in qualche modo legati a piazza Dante. Ovviamente non bisogna trascurare i distinguo del caso, motivazioni e ambito di lavoro. Non è quindi una classifica di merito o una caccia al lavativo, ci mancherebbe. Le tipologie di lavoro nell'ambito del settore pubblico sono molteplici: vi sono lavoratori occupati in ufficio così come quelli costretti ad operare sulle strade con qualsiasi tempo, vi sono categorie protette e vi sono impieghi pericolosi. Così come vi sono professioni che prevedono uno stretto contatto con il pubblico dove anche un semplice raffreddore imponga al lavoratore di starsene a casa. Detto questo, eccola la classifica dei dipendenti pubblici ammalati. Al primo posto assoluto e senza paura di essere scalfito dal ritorno di altre aziende sorelle c'è Trentino Trasporti: la media è di 14,6 giorni di malattia all'anno. Qui la cifra è tenuta alta da operai e ausiliari (15,6 giorni) ma anche gli impiegati si ammalano spesso (13 giorni all'anno di media). Al secondo posto c'è la Provincia. In media, ognuno dei suoi 10274 dipendenti rimane a casa per malattia quasi 10 giorni all'anno (9,9 per la precisione, molto meno della media nazionale). Ad alzare la media ci pensa il personale della scuola che marca visita per 14 giorni, mentre tra i più "in forma" ci sono i giornalisti e i ricercatori che si assentano solo 4 giorni all'anno. Al terzo posto troviamo l'Azienda sanitaria, con una media, su 7800 dipendenti, di 8,05 giorni a testa passati a letto col termometro in bocca. Qui spiccano le assenze delle puericultrici (16 giorni all'anno), seguite dagli operatori tecnici (13,4) e dagli impiegati. Curioso notare che tra i più "malati" ci sono i farmacisti (10 giorni all'anno). I chimici, invece, sono immuni da tutto: 0,8 giorni di assenza all'anno. Beati loro. Al quarto posto della classifica speciale dei dipendenti pubblici più malati c'è Trentino Riscossioni, dove le assenze pesano per 6,76 giorni all'anno. Di poco si discosta Patrimonio del Trentino (6,54), mentre Tsm (la società di formazione) conta per i suoi dipendenti 5,32 giorni di assenza per malattia. Infine si arriva agli ultimi posti con numeri veramente minimi. Trentino Network, impegnata a lanciare la provincia nell'era tecnologica delle fibre ottiche, non si accorge nemmeno dei 4,11 giorni all'anno che ciascun suo dipendente passa a casa anziché in ufficio. E tanto meno Trentino sviluppo, che può contare su personale inattaccabile da germi e virus: 3,11 giorni di malattia a testa all'anno. Un'inezia. Certo, su realtà piccole è difficile trovare medie alte, mentre sulle migliaia di unità lavorative che contano Provincia e Azienda sanitaria il fatto che vi sia una media di assenze più elevata è un atto fisiologico. Tanto più - è il caso della Provincia - se si considera anche la presenza importante di dipendenti tutelati dalle categorie protette.

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