l'inchiesta

Appalti truccati, Oberosler nel mirino

Due manager dell’azienda altoatesina, tra cui il trentino Fogolari, indagati nell’inchiesta sulla Tav Milano-Genova


di Ubaldo Cordellini


TRENTO. Sembra il pozzo di San Patrizio. Corruzione, concussione e imbrogli vari sembrano non abbandonare i grandi appalti italiani. Lo dimostrano, se mai ce ne fosse stato bisogno, le due maxinchieste di Guardia di Finanza e Carabinieri, coordinate rispettivamente dalla Procura di Genova e da quella di Roma che hanno portato complessivamente all’arresto di 35 persone.

Le due inchieste si intrecciano tra di loro e riguardano essenzialmente tre grandi opere, due delle quali davvero imponenti, ovvero il terzo valico per la linea dell’alta velocità tra Milano e Genova, il sesto macrolotto dell’autostrada A3 Salerno-Reggio Calabria e il people mover di Pisa. Le due inchieste sono strettamente collegate dal momento che i lavori sono stati affidati allo stesso general contractor, il consorzio Cociv, e hanno lo stesso direttore dei lavori, l’ingegner Giampiero De Michelis che è tra gli arrestati ed è accusato di aver ricevuto benefit per 5 milioni di euro in cambio dell’affidamento di lavori di subappalto. Nell’inchiesta della Procura di Genova, affidata al Nucleo di polizia tributaria della Finanza del capoluogo ligure guidato dal colonnello Cintura, è coinvolta anche l’azienda altoatesina Oberosler Cavalier Pietro spa.

Nell’inchiesta ligure sono indagate 24 persone per reati che vanno dalla corruzione alla concussione passando per turbativa di gara d’appalto. Tra gli indagati ci sono anche due dipendenti della Oberosler, il responsabile dell’ufficio tecnico Andrea Marchetti, 48 anni, originario di Torino e residente a San Lazzaro di Savena, e l’ingegner Luciano Fogolari, 63 anni di Marano di Isera. Per entrambi è ipotizzato il reato di turbativa do gara d’appalto. Ieri gli uomini delle fiamme gialle liguri, con il supporto di quelli di Bolzano e Trento, hanno perquisito la sede dell’azienda di Bolzano e l’abitazione di Fogolari a Marano d’Isera.

La Oberosler si è aggiudicata uno dei lotti più importanti del terzo valico, il lotto Libarna. Si tratta di un appalto da 67 milioni di euro per la costruzione di una Galleria Naturale di 381 metri totali in comune di Serravalle Scrivia, in Piemonte.

Secondo quanto emerso, la Oberosler sarebbe coinvolta in doppia veste nell’inchiesta di Genova. Nella prima veste l’azienda altoatesina sarebbe stata vittima di concussione perché De Michelis le avrebbe imposto di dare in subappalto alcuni lavori ad imprese a lui vicine. In questo caso, quindi, la Oberosler sarebbe stata vittima del reato. Ma, secondo gli inquirenti l’azienda altoatesina si sarebbe aggiudicata l’appalto in maniera non corretta. In particolare, la stazione appaltante avrebbe riscontrato delle anomalie nell’offerta della Oberosler. Rispondendo ai rilievi, però, i dipendenti dell’azienda avrebbero tratto in inganno la stazione appaltante fornendo informazioni non corrette. Non solo.

Secondo gli inquirenti, i dipendenti dell’azienda in questa fase avrebbero anche chiesto delle informazioni sulle offerte degli altri concorrenti. Informazioni che poi avrebbero usato per aggiudicarsi la gara definitivamente. Da qui l’ipotesi di turbativa d’asta. Secondo quanto emerso dalla Procura di Genova, per quanto riguarda il terzo valico della Tav Milano Genova vi sarebbero reati su appalti per un totale di 324 milioni di euro. Un importo enorme. In alcuni casi, che non riguardano però il lotto aggiudicato alla Oberosler, i responsabili delle aziende avrebbero anche offerto delle escort per ottenere favori e lavori in subappalto. L’inchiesta di Genova si è poi intrecciata con quella di Roma sul sesto macrolotto della Salerno Reggio Calabria che vede al centro di tutto sempre De Michelis. Sono ben quattro gli arrestati coinvolti nelle due inchieste.













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