Anziana paga falso avvocato con 400 euro e le fedi nuziali 

Truffa, il processo. Un 27enne in un giorno, assieme ad un complice, avrebbe cercato di mettere a segno sei raggiri con la telefonata del finto legale e del finto incidente stradale


Mara Deimichei


Trento. Credeva che sua figlia avesse bisogno del suo aiuto. Un avvocato l’aveva chiamata al telefono, a casa, e le aveva detto che la donna era stata coinvolta in un incidente stradale e che aveva ferito dei bambini. Preoccupatissima, quando le è stato detto che avrebbe dovuto pagare una cauzione da 1000 euro per “liberare” la figlia non ci ha pensato un attimo e all’incaricato ha dato i 400 in contanti che teneva in casa. E anche la sua fede, quella di suo marito defunto e pure quella di sua madre. Oltre ad altri gioielli che aveva in casa. Aveva dato a quel truffatore tutto quello che aveva per aiutare la figlia. Che però non aveva bisogno di nulla perché non aveva fatto nessun incidente e non aveva ferito nessun bambino. Tutto inventato solo per avere il denaro, per raggirarla. Per questa odiosa truffa e per altre cinque episodi adesso è a giudizio un napoletano di 27 anni che avrebbe agito assieme ad un’altra persona che non è stata ancora identificata.

Aldeno “nel mirino”.

L’anziana (ha oltre 80 anni) che nella truffa ha perso non solo i soldi ma anche le fedi che erano il ricordo del suo matrimonio e di chi non c’è più, abita al Aldeno come le altre cinque persone che nella stessa giornata, poco più di un anno fa, sono stati raggiunte da telefonate allarmanti ma fotocopia. Alla donna il sedicente avvocato avevano detto che era necessario pagare una cauzione, istituto che non è previsto dal nostro ordinamento. Ma è una parola che si sente in un tutti i telefilm americani e nell’agitazione del momento era semplicemente una parola nota. E soprattutto veniva prospettata come l’unica possibilità di aiutare la figlia. E la donna ha pagato all’incaricato che si è presentato alla sua porta. Che, secondo la ricostruzione dei carabinieri, è l’accusato e che ora, per difendersi, si è affidato all’avvocato Alessandro Meregalli.

Incidenti e incongruenze.

Le telefonate del falso avvocato, erano, come detto, tutte uguali. Le vittime sono stati perlopiù anziani ai quali veniva spiegato che i rispettivi figli erano in stato di fermo dai carabinieri in quanto accusati di aver provocato un incidente stradale con feriti. In cinque non hanno proceduto al pagamento. In un caso perché il fermato doveva essere il marito della donna che aveva risposto al telefono. Ma l’uomo era proprio accanto a lei al momento della chiamata. E quindi era chiaro che chi era al telefono era un truffatore.

Doppio tentativo.

Con l’ottantenne che ha pagato sarebbe stato fatto anche un secondo tentativo. Avuti i soldi, la donna avrebbe ricevuto un’altra telefonata nella quale veniva informata che erano necessari altri 5.900 euro. Perché? Sua figlia, per via dell’incidente che aveva coinvolto dei bambini, rischiava di dover trascorrere sei mesi in cella. L’unico modo per evitare la detenzione era il pagamento. Ma la donna, nelle seconda telefonata non aveva ceduto, dicendo che non poteva in quel momento andare in banca. In un altro caso una donna, saputo della falsa notizia del figlio fermato, aveva avuto dei dubbi. E la verifica sarebbe stata fatta con i carabinieri. Quelli veri, però.













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