la protesta

«Animali al circo, diseducativo per i bimbi»

Una serie di associazioni chiede la riforma del codice della spettacolo: «Può nuocere alla crescita dei ragazzi»



TRENTO. «Una riforma del codice dello spettacolo che non preveda l'utilizzo di animali, in linea con le posizioni della comunità scientifica e con una sensibilità collettiva sempre più diffusa». Questo è quello che chiedono, congiuntamente una serie di associazioni che si occupano, ognuna con le sue peculiarità, di animali.

A firmare l’appello Francesco Mongioì, comitato per l'orso, Antonio Russi, Ivana Sandri, Flama d’Anaunia, Caterina Rosa Marino, Lac, Simone Stefani, Lav, Mauro Nones, Pan-eppaa e la delegazione di Trento di Cercapadrone. Un appello che arriva nei giorni in cui a Trento è arrivato il circo con gli animali, appunto. «Nell'ottica di una corretta informazione ai cittadini e di una effettiva tutela del benessere degli animali e del loro diritto a veder rispettate le esigenze etologiche - spiegano le associazioni - vogliamo ribadire alcuni punti fermi in merito all’utilizzo di animali ai fini di spettacolo, a qualsiasi specie appartengano, in considerazione sul presunto “benessere” degli animali reclusi in una struttura itinerante, diffuse da un paio di esponenti del mondo animalista locale, che si esprimono, riteniamo, a titolo personale, senza possedere particolari competenze professionali o accademiche quali veterinari comportamentalisti, zoologi o etologi, esperti nel settore.

Noi concordiamo tutti contro l’utilizzo di animali nei circhi, così come anche la maggioranza dei cittadini europei ed italiani. Chi (senza in realtà poter smentire in alcun modo la posizione condivisa dai maggiori esperti a livello nazionale e internazionale) si è espresso nei giorni scorsi in una forma che ha dato adito ad una visione ambigua della vita degli animali nei circhi, ha suggerito l’idea di un presunto “benessere animale”, partendo dalla discutibile pratica di visite pilotate, concordate con i proprietari del circo, ai singoli recinti e agli attendamenti di Rovereto.

A parte l’ovvietà che entrando su invito dei gestori non si troveranno, probabilmente, pratiche illecite palesi o visibili problemi di maltrattamento e pur volendo credere che un circo sia migliore di un altro, ricordiamo che il circo nega agli animali libertà, autonomia, spazi sufficienti e rispetto complesso della loro etologia (e dignità) in quanto tale. Il background della comunità scientifica indipendente è allineato sulla posizione che noi esprimiamo. Chiunque potrà rendersi conto che condurre bambini ad assistere a spettacoli in cui gli animali sono resi oggetti di ridicolo e sbeffeggiamento è diseducativo e potrebbe nuocere alla loro formazione culturale e sociale. Le associazioni scriventi stigmatizzano inoltre da un punto di vista etico e culturale l’ingresso, peraltro come si è detto senza ricoprire alcun ufficio e in assenza di alcun mandato, venendo a stretto contatto con animali esotici, nei recinti dei leoni e di altri animali attendati, forse anche in spregio alle norme Cites e di pubblica sicurezza, ma quasi certamente causando rischi per la loro salute o situazioni di stress».













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