Allarme natalità: la più bassa da 60 anni 

Famiglie, una su 10 è formata da un solo genitore con figli. Torna a calare il numero dei matrimoni: il 18,9% è misto


di Chiara Bert


TRENTO. È un nuovo allarme natalità quello che esce dall’ultimo annuario statistico che scatta una fotografia in cifre del Trentino. Al 1° gennaio 2018 la popolazione residente è di 539.898 abitanti, quasi 1300 in più rispetto all’anno precedente.

Sempre meno nati. Ma il saldo naturale (la differenza tra nascite e decessi) dopo molti anni in cui era positivo, si conferma negativo - come nel 2016 - di 567 persone. I nati del 2017 sono stati 4.495, 147 in meno rispetto al 2016, una cifra che fa tornare il Trentino ai livelli di natalità dei primi anni Novanta: in 10 anni le donne in età feconda (convenzionalmente quelle tra i 15 e i 49 anni) si sono ridotte di 7 mila unità, un andamento che non è più controbilanciato dall’alto tasso di fecondità delle donne straniere, in particolare di quelle africane, che anche per effetto della crisi economica, fanno meno figli. Si riduce il tasso di natalità (il rapporto tra i nati vivi e la popolazione residente) che nel 2017 si attesta a 8,3 nati per mille abitanti: si tratta del valore più basso degli ultimi 60 anni, anche se resta comunque più alto della media nazionale (7,6 per mille). Il numero medio di figli per donna è di 1,49, in calo progressivo dal 2010, e si accompagna alla scelta di rinviare sempre più in là il momento di avere figli: l’età media delle madri al parto è di 32 anni.

Aumentano i morti ma si allunga la vita. Al forte calo della natalità si somma un aumento del numero dei decessi: nel 2017 sono stati 5.062, 103 in più del 2016. Il dato positivo è però che la vita media continua ad allungarsi: in circa 30 anni i trentini hanno “guadagnato” circa 10 anni, l’età media alla morte degli uomini è passata da 68,2 anni del 1980 a 78 anni del 2017, quella delle donne è salita da 74,9 anni a 84,4. Le principali cause di morte si confermano anno dopo anno e sono le malattie del sistema circolatorio, seguite dai tumori: le prime sono la prima causa di morte per le donne (39,5% dei decessi), i tumori per i maschi (35%) in particolare quelli dell’apparato respiratorio. L’età media dei trentini oggi è di 43,9 anni (42,4 per gli uomini e 45,3 per le donne).

Stranieri, popolazione stabile. Gli stranieri residenti in provincia sono 46.929 (l’8,7% della popolazione, in linea con la media nazionale dell’8,5%): erano lo 0,6% nel 1992 e l’8,6% nel 2016. Rispetto all’anno precedente si registra un incremento di 473 unità, equivalente a una crescita relativa dell’1%. La quota di nati stranieri sul totale dei nati risulta in calo e ammonta nel 2017 al 15,5% (16,1% nel 2016), comunque un livello molto superiore rispetto al 2% del 1995. Nel corso del tempo si è assistito ad un cambiamento sostanziale della distribuzione degli stranieri per cittadinanza: mentre all’inizio degli anni Novanta i cittadini appartenenti ai 28 Paesi dell'Unione Europea costituivano circa la metà degli stranieri residenti, ora la loro quota si è ridotta a circa un terzo; oggi le presenze più rilevanti sono quelle dei cittadini originari dell’Europa Centro-Orientale (33,1% degli stranieri); acquisiscono sempre più rilevanza anche i cittadini di origine asiatica (13,3%) che hanno ormai superato gli stranieri del Maghreb (11,2%).

Famiglie e matrimoni. Il numero medio di componenti per famiglia è di 2,3: nel 1951 era 3,9. Circa un terzo delle famiglie è costituito da coppie con figli mentre il 22% da coppie senza figli. Il 10% delle famiglie sono formate da un solo genitore con figli mentre i single (giovani o anziani) sono il 35% delle famiglie trentine. Nell’ultimo decennio si è ridotta l’incidenza delle coppie, con o senza figli, mentre è aumentata l’incidenza delle famiglie monogenitoriali.

Nel 2017, dopo un biennio in crescita, torna a calare il numero dei matrimoni (-8,6% rispetto all’anno precedente) toccando il livello più basso dal 1995: sono stati 1.470 (138 in meno rispetto al 2016, il 64,6% celebrati in municipio), un numero molto lontano dai valori degli anni Novanta, quando se ne celebravano circa 2.500 all’anno. Il 18,9% sono matrimoni misti o con entrambi i coniugi stranieri.

A rischio povertà. Il numero delle famiglie a rischio povertà si attesta al 12,6% mentre la quota di famiglie gravemente deprivate è pari al 5,9%. A livello nazionale questi indicatori raggiungono livelli molto più elevati e pari, rispettivamente, al 20,3% e al 10,1%. L’8,8% delle famiglie dichiara un elevato livello di soddisfazione per la situazione economica. Insoddisfazione in aumento si registra, invece, per il tempo libero: solo 3 trentini su 4 sono soddisfatti del tempo libero a disposizione.













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