EMARGINAZIONE

Albere, la città degli "invisibili" a un passo dal quartiere vip

Tende, sacchi a pelo, scarpe lasciate in ordine, come all'ingresso di una casa. I disperati vivono sotto i ponti 



TRENTO. La città degli «invisibili» è a un passo dal quartiere disegnato dall'archistar. Alle Albere basta scendere la scarpata che dalla ciclabile raggiunge la sponda dell’Adigetto, percorrere pochi metri per addentrarsi sotto la passerella in un universo parallelo. Fatto di miseria.

In testa l’unica baracca fatta di panni e pannelli di legno che sembra quasi poter avere un ruolo di controllo di un accampamento che di certo non è stato sgomberato di recente. L’attenzione è attirata dalle coperte che penzolano dall’intercapedine della pensilina.

E' li che sono stati posti dei bancali a copertura delle fessure, attorno alle quali sono state rincalzate le coperte per dei letti improvvisati. Per salire in questo spazio angusto all’interno del quale si può solo strisciare e sdraiarsi, è sufficiente spostare il bancale che funge da botola e salire è tutto sommato facile.

Quante persone possono trovare rifugio in questa intercapedine? Difficile dirlo, di certo i bancali sono posizionati in tutto lo spazio disponibile sotto la passerella. Quelli che invece si possono contare sono i giacigli lungo l’Adigetto: al minimo venti considerando che ospitino una sola persona. Sono sacchi a pelo, tende, coperte di vario genere, ordinatamente posizionate una dopo l’altra.

Di certo è una realtà che si anima quotidianamente, accanto ai giacigli ci sono medicine, panni stesi e - particolare che stupisce - anche delle scarpe lasciate in ordine.

Percorriamo pochi metri per passare sull’altra riva dell’Adige e basta arrivare al punto nel quale la roggia di Sardagna confluisce nell’Adige per trovare un altro insediamento. In questo caso sono da notare le scritte fatte all’interno del guard rail: sono simboli che indicano da chi è occupata la zona ed in alcuni casi sono segni che corrispondono a dei nomi.













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