Ala, la Corte dei conti condanna anche Mellarini

Con lui dovranno pagare in tutto 37.000 euro i consiglieri comunali che nel 2002 votarono una delibera per un contenzioso legato alla vendita di un terreno



ALA. «Le gravi omissioni dei consiglieri e del responsabile dell’ufficio tecnico non possono essere attribuite a particolari difficoltà, ma alla grave e colpevole negligenza, concretatesi nella sprezzante trascuratezza dei propri doveri, resta ostensiva attraverso un comportamento improntato alla massima noncuranza degli interessi pubblici». Parole forti quelle usate dai giudici della Corte dei conti nella sentenza di condanna del tecnico comunale e dei quindici consiglieri che votarono una delibera nel 2002. In quel periodo sindaco di Ala era Tiziano Mellarini, attuale assessore provinciale al turismo e all’agricoltura, anche lui chiamato a risarcire il Comune per una quota (2.300 euro circa) del danno complessivo di 36.808 euro (sul quale va calcolata la rivalutazione dal novembre 2009 fino al saldo) e le spese di giustizia per 1.480 euro. Gli altri consiglieri tenuti a pagare sono l’attuale sindaco Luigino Peroni e l’ex sindaco Giuliana Tomasoni, Lucio Amerio, Egidio Bruni, Cecilia Cavanga, Sandro Dalbosco, Giuseppe Eccheli, Albino Mayom Kuel, Andrea Piamarta, Mario Romani, Scienza Luciano, Simonini Graziano, Renzo Taddei e Matteo Tomasoni e il tecnico comunale Diego Barozzi.

La condanna della Corte dei conti si riferisce ad una vicenda legata alla vendita di un terreno nel centro storico di Ala a Giuseppe Mondini avvenuta con delibera consiliare del 7 febbraio 2002. Contro la delibera avevano presentato ricorso al Tar Silvio ed Emilio Gatti lamentando la vendita diretta del terreno senza una procedura pubblica di trattativa privata previo confronto concorrenziale. I Gatti, interessati all’acquisto del terreno già dal 1999 ma mai interpellati a loro dire dall’amministrazione, hanno subito un danno da “perdita di una chanche di aggiudicazione... e per la possibilità di realizzare sei parcheggi». Ricorso vinto al Tar e Comune costretto pagare 31.550 euro.

La Corte di conti ritiene «che sussitano elementi di responsabilità amministrativo-contabile ai soggetti che hanno concorso all’adozione della delibera del 2002, atto causativo del danno (indiretto) derivante dalla sentenza del Tar per l’illegittimità del provvedimento». E a nulla sono servite le controdeduzioni di consiglieri e tecnico chiamati dalla Corte a rispondere di tasca propria. «Il comportamento illecito ha cagionato un danno al pubblico erario consistente nel ristoro della perdita di chance dei soggetti interessati all’acquisto (non interpellati) e nel pagamento delle spese legali e di giustizia» (g.r.)

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