Airbus: la tragedia secondo per secondo

Nuovi dettagli dalla scatola nera dell'Airbus precipitato nell'oceano



TRENTO. Tre minuti e 30 secondi, tanto è durata l'agonia delle 228 persone che il primo giugno 2009 erano a bordo dell'Airbus Af447 precipitato nell'Atlantico. Ora, grazie a quello che stanno raccontando le scatole nere, quel breve lasso di tempo è stato ricostruito secondo dopo secodo, dall'arrivo nell'area interessata ad una tempesta tropicale a quando il comandante ritorna di corsa in cabina di pilotaggio con i sensori di velocità fuori uso. A pochi metri di distanza c'erano i passeggeri fra i quali Rino Zandonai, Giovan Battista Lenzi e Luigi Zortea che stavano tornado a casa dopo un viaggio (per la «Trentini nel mondo») in Brasile. Ecco la cronistoria, secondo dopo secondo di quei tre minuti. Alle 1.55 del mattino Marc Dubois, 58 anni, comandante del Af447 lascia i comandi ai copiloti Pierre-Cedric Bonin, 32 anni e David Robert 37, dicendo «Prende lui il mio posto» (ossia Bonin). Dubois inizia il riposo mentre l'aereo sta per entrare in una zona di turbolenza a causa di una tempesta tropicale. Alle 2.06.04 il copilota annuncia turbolenza: «Balleremo». Alle 2.08.07 l'aereo vira leggermente a sinistra, la turbolenza aumenta, pilota e copilota riducono la velocità. Alle 2.10.05 viene disinserito il pilota automatico e Boni dice: «Ho i comandi». L'aereo inizia a rollare a destra e il copilota cerca di correggere verso l'alto e a sinistra. Suona l'allarme di stallo per due volte. La scatola nera indica un improvviso calo della velocità. Alle 2.10.16 il copilota Robert dice: «allora, abbiamo perso velocità». L'aereo inizia a perdere quota. Alle 2.10.50 Robert cerca di richiamare in cabina di pilotaggio il comandante. Ore 2.10.51: nuovo allarme di stallo. Il pilota continua a far perdere quota all'aereo raggiungendo i 38 mila piedi ossia circa 11.500 metri. Secondo gli analisti questo è un errore fatale e contrario alle procedure standard. Alle 2.11.40 il comandante Debois rientra in cabina. Da questo momento i dati relativi alla velocità visti dall'equipaggio e registrati dalle scatole nere non corrispondono più a quelli effettivi per un problema ai sensori. Finisce l'allarme di stallo ma l'aereo sta perdendo quota a grandissima velocità: scende di 3 mila metri al minuto, con una velocità di 200 chilometri all'ora. Alle 2.12.02 la scatola nera registra due battute tra comandante e copilota: «Non ho altre indicazioni» dice uno. «Non abbiamo indicazioni valide» risponde l'altro. Quindici secondi dopo il pilota corregge la rotta verso il basso. Le velocità riportate dagli strumenti tornano valide, torna dunque a suonare l'allarme di stallo. Alle 2.12.32 il comandante dice che l'altitudine è di quasi 10 mila piedi. 15 secondi dopo il comandante dice al copilota: «vai avanti hai tu il controllo». Alle 2.14.28 la registrazione di interrompe. Il relitto dell'Airbus è stato recuperato a 4 mila metri di profondità e ora l'oceano ha anche restituito le due scatole nere e la loro verità.

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