Airbus, l'ultima frase del pilota: «Ci schianteremo»

In un libro, il dialogo nella cabina dell'Airbus precipitato nell'Oceano dove morirono Lenzi, Zandonai e Zortea



TRENTO. Le ultime parole prima della tragedia. Un dialogo allarmato che evidenzia i problemi ma che non trova la soluzione. In un libro appena uscito si ripercorre il dramma dell'Airbus 447 appena partito da Rio e che avrebbe dovuto portare i passeggeri - fra i quali i trentini Giovanni Battista Lenzi, Rino Zandonai e Luigi Zortea - a Parigi ma che si inabissò nell'Atlantico. L'aereo entra in una zona di turbolenza, il pilota automatico si disconnette e i sensori di velocità forniscono indicazioni inesatte a causa del ghiaccio che li ha avvolti.

In cabina non c'è il comandante Marc Dubois ma i copiloti David Robert e Pierre Cedric Bonin. Questo il dialogo riportato nel libro. Robert: «Allora ritorna?» (si riferisce al comandante). Dubois: «Ehi, cosa succede?» (il comandante è rientrato ma non assume la «guida») Robert: «Che succede? Non so, non so che succede». Bonin: «Ho un problema, non ho la velocità verticale (indica quanto sale o scende il jet, ndr). Non ho alcuna indicazione». Dubois: «Non so, ma ora stiamo scendendo di quota». L'aereo intanto si avvicina al mare, ed è in mezzo ad una turbolenza. Robert: «Cosa pensi? Cosa pensi? Cosa pensi che dovremmo fare?». Bonin: «Non ho il controllo dell'aereo. Non ho per niente il controllo dell'aereo». Robert: «Sali.Sali.Sali». Bonin: «Ma è un po' di tempo che sto scendendo al massimo livello». Dubois: «No! No! No!...Non salire.No..No». Bonin: «Allora scendi». Robert: «Maledizione! Ci schianteremo. Non può essere vero». Bonin: «Ma che succede?!». E c'è lo schianto.

Nel libro di Jean Pierre Otelli (esperto aeronautico e membro della pattuglia acrobatica) «Crash Rio Paris, Collection erreurs de pilotage» prevale la tesi dell'errore dei piloti che non capiscono che l'aereo è in stallo suscitando delle polemiche. Air France e Agenzia francese dell'aviazione civile hanno condannato le rivelazioni perché offendono la memoria dei piloti e perché il rapporto finale sulla tragedia non è ancora concluso.













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